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Parlando all’assemblea della Confcommercio a Carnobbio, il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, ha violentemente attaccato la legge varata dal governo di centrosinistra sulle pensioni che, fra l’altro, ha cancellato la vergogna dello scalone Maroni. Al riguardo il padrone di Mediaset ha ripetuto gli slogan di sempre, ovvero che i conti dell’Inps sono allo sfascio e che il provvedimento del governo Prodi li avrebbe ancor più disastrati. Quindi, ha affermato, si dovrà tornare alla legge Maroni ed anche questo non sarà sufficiente. Se il Cavaliere vincesse le elezioni dobbiamo dunque attenderci un futuro cupo per i lavoratori italiani, con tempi di pensionamento ancora più lunghi di quelli previsti dal ministro leghista. Una proposta, questa, duramente contestata senza mezzi termini da Fausto Bertinotti, che ospite di Lucia Annunziata, l’ha definita "una formula sciagurata". Incalzato dalla conduttrice sul fatto che nemmeno la riforma di Damiano era gradita alla cosiddetta “sinistra radicale”, Bertinotti ha risposto che alle forze Arcobaleno "non piaceva, è vero, ma temevamo il peggio, e piuttosto di impiccarci allo scalone abbiamo scelto di difendere quel compromesso". "Noi però – ha aggiunto - chiedevamo che tutti gli operai fossero esentati dall'aumento dell'età pensionabile, perché, come hanno dimostrato i morti sul lavoro di questi mesi, quella situazione è più gravosa di altre". Inoltre, per il candidato premier della sinistra Arcobaleno è incomprensibile come "non ci sia ancora la lista completa dei lavori usuranti e già qualcuno pensi di tornare indietro". Comunque, il problema pensionistico italiano non sta nel numero degli anni che i lavoratori debbono maturare per vedersi riconosciuto il sacrosanto diritto al riposo, sta piuttosto nel fatto che gli assegni pensionistici attuali sono assolutamente insufficienti per viverci, come le retribuzioni, del resto. Condividi