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TERNI - Legambiente allerta i cittadini ed i lavoratori di Terni e Narni e di tutta l'Umbria sul tentativo tentativi di far apparire il diritto alla salute dei cittadini, e dell'ambiente in cui vivono, incompatibile con tariffe eque per la gestione dei rifiuti e con il diritto al lavoro. "Se c'è una cosa che l'ultima vicenda rifiuti dovrebbe avere insegnato a tutti e che tutti, a parole, dicono di avere imparato - sostiene Andrea Liberati, presidente del circolo di Terni - è che la qualità dell'ambiente nella Conca ternana non è buona e che non c'è più posto per nuovi camini”. Per cui è tempo di cominciare seriamente e rapidamente a porre rimedio alla nocività delle emissioni di quelli esistenti, sia industriali (inceneritori, termovalorizzatori, centrali) che delle nostre case e degli edifici pubblici, o i tubi di scappamento delle nostre automobili. E su due questioni Legambiente non è disposta ad accettare ricatti o compromessi. Bene, dunque che ormai la filosofia della raccolta differenziata si sia fatta strada rispetto a quella dell’incenerimento, ma i buoni propositi dei politici e dei tecnici vanno messi alla prova e solo dopo che saranno stati raggiunti ottimi livelli nella raccolta differenziata si potrà parlare di come smaltire la parte residua e con quali impianti e tecnologie. Comunque impianti tecnologicamente avanzati e non certo dei semplici inceneritori, anche se di ultima generazione. Quanto poi alla questione energetica, tornata alla ribalta a seguito delle note sanzioni Ue, il presidente del circolo Legambiente di Terni è altrettanto esplicito allorché sostiene che, se per la sua storia che per i valori l’associazione si colloca “naturalmente” al fianco dei lavoratori dell'acciaieria che vedono di nuovo minacciato il loro posto di lavoro, come pure degli amministratori, locali e nazionali, che cercano una soluzione positiva al maxi rimborso richiesto, resta diffidente nei confronti di eventuali “cavalli di Troia” che qualcuno potrebbe essere tentato di giocare per aggirare l’ostacolo. Sì convinto, quindi, all’Ast, quando dice di voler acquistare la centrale di Galleto per soddisfare i suoi bisogni energetici , ritenendola una soluzione ecologicamente-economicamente-socialmente sostenibile per la nostra comunità (se così fosse si tratterebbe “di un positivo esempio di politica aziendale da parte di una multinazionale finalmente rispettosa del territorio che la ospita”), un no altrettanto deciso, invece nei confronti del “boccone avvelenato” cucinato da Endesa che, per trattare AST da "buon cliente" ha avanzato la pretesa (ricatto?) di una nuova centrale che definisce ben oltre la taglia di 400MW e per di più alimentata a carbone. Pur non avendo minimamente la forza di una multinazionale, e neppure quella di un sindacato o di un partito –ammonisce Liberati- “ le tante firme che i nostri circoli di Terni e di Narni hanno raccolto, assieme all'associazionismo democratico ed ai partiti della sinistra, che vanno al di là della vicenda rifiuti trattandosi piuttosto della richiesta di una ferma difesa della salute del nostro territorio e dei suoi abitanti, ci impegnano a resistere a qualsiasi soluzione che non metta al primo posto, pur con gli inevitabili compromessi di ogni difficile trattativa, il diritto alla salute e quello al lavoro”. Condividi