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NARNI - “La casa è un bene comune oltre che un diritto primario e non può più essere messo in secondo piano dalla cosiddetta agenda politica. Una società civile che si vuole definire tale deve sentirsi pertanto obbligata a garantire ai cittadini la possibilità di soddisfare i propri bisogni più elementari, casa inclusa”. E’ partendo da questa fondamentale premessa che i capogruppo di Rifondazione Comunista al Comune di Narni, Alfonso Morelli, ha deciso di sollecitare, con la presentazione di un’apposita mozione, l’ente locale affinché produca quanto prima un piano per l’edilizia sociale interessante l’intero territorio. Scopo principale dell’iniziativa è quello di combattere le forme più gravi del disagio abitativo che nel ternano, comune di Narni compreso, è fortemente avvertito. Al riguardo, Morelli cita i dati di una recente ricerca del CRESME, condotta per conto dell’ANCI, dai quali risulta che nell’arco di tempo che va dal 1997 al 2005 si è verificato nel nostro Paese un autentico boom del mercato immobiliare e come conseguenza di ciò i costi delle abitazioni sono cresciuti del 51%. Particolarmente pesante, poi, la situazione degli affitti che sono costantemente cresciuti, con una media nazionale del 49%, ma che nell’area ternanaha raggiunto un picco del 90%, superiore perfino a quell’85% segnalato per i grandi comuni italiani. I fattori di questo fenomeno sono molteplici, il principale dei quali Morelli lo individua nell’insediamento di Facoltà universitarie che, pur costituendo un indubbio fattore di crescita economica e culturale per le città che le ospitano, hanno fortemente inciso su questo mercato come conseguenza di una non adeguata politica di accoglienza e di residenzialità nei confronti degli studenti che ha accresciuto considerevolmente una domanda di abitazioni che si è andata a scaricare soprattutto sull’offerta di edilizia residenziale in locazione. Ciò ha fatto sì che, se per le famiglie di reddito medio la spesa del fitto di casa incida ora mediamente nella misura del 30% sul monte delle loro entrate, per quelle a più basso reddito (fino a 10 mila euro all’anno), questa incidenza ha assunto una dimensione drammatica, pari al 47% dello stipendio o della pensione. Una situazione che oltretutto continua a peggiorare tanto che in Italia (ma anche in altri Paesi europei), si stanno moltiplicando esperienze ed iniziative di lotta da parte di movimenti e comitati di cittadini che mettono in campo varie forme di resistenza per difendere i propri diritti dalla speculazione e dalle inique logiche di mercato. Con la sua mozione il capogruppo di Rifondazione Comunista propone quindi di definire una politica sociale della casa, recuperando il ruolo fondamentale dell'iniziativa pubblica per garantire una soluzione abitativa ai ceti sociali con redditi medio bassi, alle nuove povertà, ai giovani, ai migranti, agli studenti fuori sede. Ed aggiunge a questa prima richiesta la sollecitazione affinché si avvii una pianificazione chiara ed efficiente che assicuri una soluzione pronta a tutte le soggettività sopra citate sia nell'immediato che nel medio e lungo periodo. Forme di monitoraggio e di osservazione permanente sulle condizioni della realtà abitativa narnese garantirebbero, inoltre, un maggiore controllo sia nel privato che nella gestione degli immobili pubblici. Soluzioni che a parere di Morelli possono essere rapidamente pianificate, considerato che entro quest'anno si prevede la consegna alle Regioni, da parte dello Stato, di 550 milioni di euro da impiegare per riqualificare 20.000 alloggi. Da qui l’appello al Consiglio comunale affinché impegni il sindaco, l'assessore alle politiche sociali e quello all'edilizia popolare a farsi promotori per l’istituzione di un tavolo interistituzionale Comune-Regione per la definizione di un vero e proprio piano di edilizia sociale per il territorio narnese. Condividi