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di Daniele Cibruscola Le vicende della cava di Monte Petroso sembrano proseguire all’infinito. A febbraio dello scorso anno la ditta Marini Calce Inerti srl – titolare della concessione di sfruttamento della stessa – aveva presentato una richiesta di ampliamento della cava al fine, con il materiale così estratto, di alimentare un nuovo impianto (di proprietà della Fassa Bortolo spa) il cui insediamento originario era previsto proprio in un’area adiacente quella della cava oggetto di discussione. Ma la cava per ora non si farà, non li almeno. Il Comune di Corciano, quello interessato dall’iniziativa, ha infatti negato l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto, che tra l’altro prevedrebbe la circolazione giornaliera di oltre 200 camion sulle strade della zona e di quelle limitrofe. Questo però sembra non aver spaventato troppo la Fassa Bortolo che, neppure intimorita da un’interrogazione parlamentare (dei senatori Brutti, Ferrante, Gilardini e Zuccherini) ai ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali, ha presentato ricorso al TAR dell’Umbria e congiuntamente fatto richiesta per un nuovo sito. Nuovo sito che però manterrebbe intatte tutte le pregiudiziali negative di quello precedente: nei pressi di “tesori” come Villa Colle del Cardinale (bene dello Stato sottoposto a vincolo) o come la Tomba Etrusca del Faggeto; a pochi passi, inoltre, da uliveti per la produzione di olio DOP, vigneti di pregio e aziende agricole a coltivazione biologica. Il progetto alternativo poi, non conforme al PRG vigente nel Comune di Perugia, richiederebbe una specifica variante urbanistica: segno evidente che l’impatto ambientale del nuovo impianto non sarebbe sostenibile dall’area interessata. E proprio in quest'ottica – oggi, in un'istanza al Sindaco di Perugia e al Presidente del Consiglio Comunale – l'intergruppo della Sinistra formato da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Sinistra Democratica, ha chiesto di avviare (qualora non fosse già stato fatto) una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale allo scopo di escludere la possibilità di un degrado irreversibile del territorio. Nella stessa lettera si tiene a ricordare che, almeno in fase preliminare, la vicenda è strettamente legata alla concessione dell’ampliamento della cava di Monte Petroso. Per questi motivi, e in tal senso, gli esponenti della sinistra locale chiedono all’Amministrazione Comunale se già abbia maturato un orientamento d’insieme sulla questione. L’auspicio ovviamente, è che venga presa la decisione migliore per il territorio e per i suoi abitanti (magari anche a scapito degli interessi di qualche imprenditore) al fine di evitare lo sfruttamento indiscriminato, e nel caso deliberatamente concesso, del più bel tesoro della nostra regione: l’ambiente. Condividi