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ROMA - Sit-in, manifestazioni di protesta e scioperi della spesa contro il caro vita: è quanto annunciano per i prossimi mesi le associazioni Adusbef e Federconsumatori, secondo le quali, si legge in una nota, “la casta della politica sorda e cieca rispetto ai bisogni dei cittadini, avrebbe il dovere di riscattare la sua grave disattenzione, accantonare la contrapposizione elettorale per varare un provvedimento, mediante un urgente decreto legge, per far risarcire le famiglie a reddito fisso, saccheggiate da sei anni di carovita con un costo di 7.700 euro pro-capite, in un gigantesco trasferimento di ricchezza con il pretesto dell'euro valutato 137 miliardi di euro dal 1° gennaio 2002”. Adusbef e Federconsumatori, “da sette lunghi anni - si ricorda nella nota firmata da Elio Lannutti e Rosario Trefiletti - denunciano inascoltate la massiccia speculazione a danno delle famiglie a reddito fisso, con le rilevazioni fasulle dell'Istat che dopo aver inventato l'inflazione 'percepita' per cercare di giustificare il raddoppio dei prezzi con la sostituzione di 1 euro con le vecchie mille lire, ha finalmente istituito un paniere ad 'alta frequenza', che avvicina finalmente le rilevazioni statistiche virtuali al carovita reale, fissato al 4,8 per cento nell'ultimo mese, con un impatto di 1.250 euro, su base annua”. Nei prossimi mesi di marzo ed aprile, dunque, le due associazioni, dopo aver consultato quadri, dirigenti ed altre associazioni di consumatori, attueranno una serie di sit-in, manifestazioni di protesta e scioperi della spesa “per richiamare l'attenzione su un disagio sociale grave e profondo che non ha paragoni nella storia se non nel secondo dopoguerra, a cominciare da piazza Montecitorio per sollecitare la distratta casta politica a tutelare anche le tasche dei cittadini e non solo i loro interessi, fino a Bankitalia, per chiedere il rispetto delle leggi e far restituire 5,9 miliardi di euro scippati dalle banche ai correntisti, con la mancata applicazione del decreto Bersani sui tassi”. Infine, “poiché non è più possibile ascoltare indifferenti gli appelli alla moderazione salariale da parte degli oligarchi delle banche centrali, che dopo aver procurato disastri e buchi con la crescita esponenziale di strumenti derivati, arrivati a 450 mila miliardi di dollari contro un'economia reale misurata dal Pil di 45 mila miliardi di dollari, Adusbef e Federconsumatori - concludono Lannutti e Trefiletti - chiederanno che gli elevati stipendi dei banchieri centrali e dei vari comitati e 'direttorio', siano dimezzati, perché inflazione e carovita hanno un impatto diverso su operai ed impiegati che guadagnano 20mila euro l'anno, rispetto ad un presidente dell'Istat Biggeri o ad un governatore di Bankitalia come Mario Draghi”. Condividi