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GUALDO TADINO - L'Università degli studi di Perugia, con la collaborazione dell'assessorato all'ambiente della Regione, di Umbria Acque e del Comune di Gualdo Tadino, sta conducendo uno studio sulla concentrazione di radon in acqua come indice per la prevenzione dei terremoti. Lo scopo - spiega una nota dell'ateneo - è quello di eseguire per la prima volta una misura “in continuo” di radon nell'acqua di sorgente, al fine di trovare la possibile correlazione esistente tra un aumento della concentrazione di radon in acqua e il verificarsi di eventi sismici, ed anche della magnitudo dell'evento eventualmente previsto. Il radon (gas radioattivo, misurabile con tecniche e strumenti sofisticati) si diffonde attraverso le rocce e si disperde nel suolo e nell'acqua in cui ha buona solubilità. Le variazioni di concentrazione di radon sono considerate significativi precursori del terremoto. Dopo osservazioni sul campo e in base alle caratteristiche geomorfologiche e altimetriche delle strutture superficiali, i geologi della Regione dell'Umbria hanno confermato che il sito con la sorgente di Santo Marzio dovrebbe coincidere con una faglia. Da luglio 2007, con cadenza settimanale sono stati prelevati campioni di acqua analizzati con lo scintillatore. Il 19 febbraio scorso è stato installato uno strumento (MR1-plus Miam) per un monitoraggio in continuo della concentrazione di radon. L'area di Gualdo Tadino scelta per la misura è stata interessata da eventi significativi in epoca storica (terremoto di Gualdo Tadino nel 1751 e di Fiuminata nel 1747) e, più recentemente, nel settembre 1997 e nel marzo 1998. Lo studio è svolto dal Dipartimento di scienze chirurgiche radiologiche e odontostomatologiche, sezione di fisica medica, ambientale ed epidemiologica diretto dalla professoressa gualdese Rita Borio, con la quale collaborano Roberto Cacioni, Alba Rongoni, Andrea Calandra e Veronica Troni. Condividi