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di Isabella Rossi Sulla scia delle manifestazione indette in tutta Italia per protestare contro il cosiddetto “Blitz di Napoli” - l’irruzione di sei poliziotti nel reparto ostetricia del Policlinico di Napoli, per interrogare una donna appena uscita dalla sala operatoria dopo un aborto terapeutico – anche a Perugia si è tenuto oggi davanti all’ospedale Silvestrini un sit in di protesta. Una piccola folla di donne, tra le quali molte studentesse, ha sentito la necessità non solo di manifestare pubblicamente la rabbia e lo sdegno provocati dai fatti di Napoli ma anche di denunciare “il pesante clima di intimidazione che nel nostro paese sta montando contro i diritti delle donne”. “Se la legge sull’interruzione di gravidanza (ancora) esiste” riferiscono le Donne Autoconvocate in un volantino “è di fatto l’accesso a questo diritto che viene minato. Anche in Umbria oggi abortire è diventato più difficile.” Gli obbiettori di coscienza, denunciano le ragazze, sono una maggioranza e gli unici che non si sottraggono al dovere di tutelare il diritto delle donne all’interruzione di gravidanza sono costretti a praticare aborti la maggior parte del tempo. Secondo Valentina, studentessa al terzo anno di medicina, occorre chiarire un quesito basilare. A chi appartiene il corpo? Non solo quello delle donne, dunque, il corpo degli esseri umani. “Vorrei sapere chi decide del mio corpo non solo in caso di aborto, ma anche in caso di malattia. Siamo o non siamo liberi di decidere come vivere con il nostro corpo, come e quando partorire e come e quando morire?”. Paola che ha 37 anni ed è precaria ci tiene a sottolineare che a questa manifestazione partecipano diverse soggettività unite dal desiderio comune di tutelare i diritti delle donne. Per Benedetta il blitz di Napoli è stato un atto gravissimo “non hanno avuto riguardo per un essere umano che aveva subito una grave operazione. E’ inammissibile il trattamento che hanno riservato a Silvana”. Ancora una volta il corpo delle donne è reso oggetto di attacchi ripetuti secondo i molti striscioni, i cui lembi vengono tenuti saldamente da donne di ogni età decise ad opporsi al vento gelido che questa mattina si è alzato su Perugia. Condividi