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PERUGIA - L’Umbria, le Marche, ma anche l’Abruzzo, l’Emilia Romagna, in sostanza la dorsale appenninica attraversata da una inutile mega-opera: il gasdotto Brindisi-Minerbio. La SNAM-GAS trasporterà il gas asiatico per la British Gas, in un percorso criminale dal punto di vista ambientale e di stravolgimento paesaggistico e dell’equilibrio naturale ed ecologico. Stefano Vinti, capogruppo e segretario regionale del Prc dà la sveglia alle forze politiche ed alle istituzioni umbre affermando che il nostro territorio sarà sfregiato “per ben 124 chilometri da un tubo che necessità di uno scasso di circa 40 metri di larghezza, tagliando boschi, prati, fiumi, danneggiando irrimediabilmente i crinali di una parte della regione che sono di uno splendore spettacolare su cui è fondata una parte significativa del modello di sviluppo di intere comunità locali, che interessano i comuni della Valnerina, Foligno, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Gubbio, Pietralunga e Città di Castello”. Una vicenda questa del gasdotto assolutamente sottovalutata dalla politica umbra, solo superficialmente trattata dalle amministrazioni comunali interessate ed ignorata dal Consiglio Provinciale di Perugia e dal Consiglio Regionale. Nelle Marche, invece, già si sono pronunciati negativamente sia il Consiglio Provinciale di Pesaro che il Consiglio Regionale. La costituzione del comitato interregionale “NO TUBO”, che si è riunito domenica ad Apecchio (PU), impone alla politica e alle istituzioni umbro-marchigiane una presa di coscienza del problema, e soprattutto azioni concrete atte alla salvaguardia di numerose zone SIC (siti d’interesse comunitario) e di territori sottoposti a vincoli ambientali, forestali e idrogeologici. “Il gasdotto è dal punto di vista energetico un’opera inutile per l’Italia (ma non per la SNAM) –à afferma Vinti - , ma ammesso (solo per un attimo) che non sia possibile fermarlo, è possibile cambiare il tragitto, con un impatto ambientale infinitamente inferiore, e soprattutto che non passi per territori di grande pregio ambientale e paesaggistico come quelli appenninici”. E’ per questo, dunque, che Rifondazione Comunista dell’Umbria è determinata a sostenere la lotta dei cittadini, delle amministrazioni, del Comitato “NO TUBO”, impegnando sulla questione il proprio gruppo parlamentare europeo e chiamando ad un’azione comune le altre forze della sinistra: Sinistra Democratica, Verdi, PdCI. Condividi