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PERUGIA – “Un fatto positivo”; così la Presidente della Giunta regionale dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti, uscendo dall’incontro della Conferenza delle Regioni con Silvio Berlusconi sul cosidetto Piano casa, ha commentato la decisione del governo di accantonare il testo del decreto presentato e di accettare di discutere, con le stesse Regioni, nuovi contenuti in un tavolo tecnico che concluderà i suoi lavori martedì della prossima settimana, cosa che esclude l’approvazione del provvedimento nel Consiglio dei ministri di venerdì prossimo. “Resta inteso – ha detto la Presidente umbra che è intervenuta davanti al premier criticando l’iniziativa del governo e chiedendone il ritiro – che le Regioni ritengono inammissibile l’uso del decreto legge su materie come l’urbanistica e l’edilizia, sulle quali, oltre alla delicatezza dei temi, si è avuto un pieno trasferimento di competenze legislative dallo Stato alle Regioni”. “Le Regioni – ha detto Lorenzetti – condividono il giudizio sul settore costruzioni come volano dell’economia e sulla esigenza di semplificare le procedure autorizzative; cosa che – ha fatto rilevare la Presidente – in Umbria è stata già affrontata abbondantemente. Quello che non si può accettare – ha proseguito Lorenzetti - è che un nuovo impulso edificatorio, specie in ambito urbano e nei centri storici, possa essere sottratto alle competenze e alle previsioni e regole sancite dagli strumenti urbanistici dei Comuni e dalla legislazione delle Regioni. In caso contrario si avrebbe una devastazione degli ambiti urbani, del territorio e dell’ambiente, cioè di quanto di più prezioso esiste nel nostro Paese e quindi si compirebbe, alla fine, una operazione anche economicamente in perdita. Ma al di là della possibilità di ampliamenti per gli immobili esistenti – ha detto la Presidente –, la vera emergenza italiana è costituita dalla sofferenza di chi la casa non ce l’ha, né in proprietà, né in affitto per via dei costi troppo alti. Per fare una cosa seria e utile il governo dovrebbe pensare ad un grande e reale Piano casa fatto di ingenti investimenti in edilizia pubblica convenzionata, ristrutturazione del patrimonio immobiliare fatiscente o degradato (che è enorme nelle città italiane), disponibilità di affitti a costi accessibili per le giovani coppie e le categorie più deboli e disagiate”. Condividi