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ROMA - Il presidente della Repubblica avrebbe scritto una lettera al presidente del Consiglio per sollecitare una attenzione e una opera di ascolto delle ragioni e delle prerogative delle Regioni e dei Comuni sul piano casa. A quanto si apprende da fonti di maggioranza, la lettera giunta avrebbe trovato orecchie attente nel governo,che gia' aveva dato appuntamento per domani agli Enti locali. E nel pomeriggio Silvio Berlusconi ha sottolineato di voler ascoltare gli enti locali domani prima di portare il provvedimento al Consiglio dei ministri venerdi'. Una brusca frenata, dunque, quella del premier nell'insolita veste di capostazione, con tanto di cappello d'ordinanza indossato in occasione della corsa inaugurale del Frecciarossa, il treno superveloce che collegherà Milano con Roma. Anche se Berlusconi ha dichiarato di non saperne nulla di questa famosa missiva, la sua esistenza, che, come abbiamo detto, era stata resa nota da ambienti della stessa maggioranza, viene nei fatti confermata dall'effetto che ha ottenuto. Un ammorbidimento evidente della sua posizione che, come al solito, era apparsa assai più decisionista, una disponibilità al dialogo che fino a poche ore prima non traspariva affatto dalle sue dichiarazioni, ed anche una smentita (l'ennesima) sulla portata del provvedimento quando ha detto che il testo circolato in questi giorni non era quello sul quale aveva lavorato e che presenterà oggi, in forma estremamente semplificata, alle Regioni. Una mossa, questa, che ha provocato la reazione stizzita del segretario del Pd Dario Franceschini, che lo ha accusato di "cambiare le carte in tavola" e di voler portare avanti "solo un progetto di cementificazione". "Il disegno che è circolato - aveva detto per la precisione il premier scendendo dal Frecciarossa a Roma - non è quello a cui io avevo già lavorato. Ho sentito cose che non saranno nel testo, cioé quelle che riguardano gli immobili urbani. Decreto o ddl che sia, si fermerà alle case mono e bifamiliari e alle costruzioni da rifare". Per tutta risposta, in una conferenza stampa, Franceschini aveva distribuito ai giornalisti il testo del decreto, redatto su carta intestata della Presidenza del Consiglio, inviato ai sindaci e ai presidenti di regione, affermando: "Basta con questo continuo cambiare le carte in tavola. Si può anche dire 'ho cambiato idea' ma non dire che il testo non è quello vero". E in quella bozza si prevedeva infatti che l'ampliamento delle abitazioni nei centri storici potesse avvenire in deroga alle leggi e ai piani regolatori, e che le norme valessero in tutto il territorio nazionale da subito, scavalcando così Regioni e Comuni e Sovrintendente, tanto che anche Umberto Bossi aveva sollecitato Berlusconi a trattare con le Regioni "per evitare scontri". Così pressato il premier si è visto costretto a correggersi: "Porteremo alle Regioni - ha dichiarato infine - un decreto legge semplificato, l'ho corretto riducendolo all'essenziale e sono aperto al confronto". Il piano, comunque, va avanti: perché, aggiunge "L'idea che ho avuto piace molto alle famiglie e soprattutto rimette in moto l'economia. Io sono stato impegnato all'estero e mi sto occupando ora della materia". Ma "faremo tutto in accordo con le Regioni". Condividi