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PERUGIA – “Vorrei esprimere tutto il mio sincero apprezzamento per l’invito dei Vescovi umbri a farci carico, tutti, del peso che molte famiglie sopportano in seguito alla crisi economica che sta colpendo il nostro Paese”. Così comincia la lettera che la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, ha inviato al presidente della Conferenza Episcopale Umbra (“Ceu”), l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve mons. Giuseppe Chiaretti, in merito alle attività della Chiesa umbra a sostegno delle famiglie. “Abbiamo tutti la responsabilità e il dovere di combattere la povertà”, scrive tra l’altro la presidente Lorenzetti, esprimendo innanzitutto apprezzamento anche per la proposta agli umbri di ripristinare la “decima” per aiutare le famiglie e le persone in difficoltà economica e ribadendo la disponibilità della Regione a discutere con la “Ceu” delle iniziative da mettere in campo insieme. La presidente ricorda le misure adottate dalla Regione, nonostante i “tagli pesantissimi, soprattutto nei trasferimenti di risorse destinate alle politiche sociali” contenuti nella Finanziaria dello Stato. “Grazie ad una politica di risparmio e riduzione dei costi generali – ricorda - metteremo a disposizione di queste politiche 14 milioni di euro circa, affinché non vengano meno servizi essenziali e fondamentali”. Risorse non sufficienti a far fronte alle nuove emergenze: “Ecco perché la costituzione di un Fondo di solidarietà delle Chiese umbre – conclude Lorenzetti nella lettera al presidente della ‘Ceu’ - oltre a permettere a molte famiglie di arrivare a fine mese con una boccata di ossigeno in più, rappresenta uno stimolo per tutti noi a fare di più, anche in termini di impegno personale e non soltanto istituzionale”. Anche La Cisl dell’Umbria apprezza la scelta fatta dalla Conferenza episcopale umbra (Ceu) di promuovere un fondo di solidarietà a sostegno delle famiglie più povere colpite dalla crisi e giudica altrettanto importante la scelta di finalizzare questo intervento non in alternativa all’intervento pubblico di ammortizzatori sociali che si va definendo a livello nazionale e regionale per garantire a tutti i lavoratori, a partire da quelli atipici e delle piccole imprese, un sostegno al reddito capace di tutelarli in questa fase difficile. "Ciò - si afferma in un comunicato stampa - è un esempio di solidarietà, che è anche finalizzato a principi di responsabilità e sobrietà, valori questi che devono essere recuperati come stili di vita, di consumo e di relazioni sociali. C’è da augurarsi che anche i Comuni e le fondazioni bancarie facciano altrettanto". Inoltre "La Cisl si auspica che l’esempio dei Vescovi, di versare a questo fondo una somma pari a una mensilità di stipendio, sia seguito anche dalla classe politica perchè anche con gli esempi positivi si può recuperare credibilità e fiducia nella politica da parte della gente". Condividi