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ROMA - Il 2009 si apre come peggio non poteva per il Commercio italiano che segna una nuova pesante caduta. Infatti, secondo l'Indicatore dei Consumi di Confcommercio, si sarebbe determinata una riduzione tendenziale del 4,6% in quantità: "il terzo peggior risultato da un anno a questa parte, nonché dodicesima variazione negativa da gennaio 2008", è stato il commento. In una nota di Confcommercio si legge anche che il dato è "decisamente più negativo rispetto a quanto registrato in dicembre e conferma come i consumi non traggano nemmeno benefici dal rallentamento dell'inflazione. Il dato dell'ultimo mese risulta peraltro significativamente peggiore rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2008 (-1,1%)". Per Confcommercio questo dato così negativo sarebbe stato determinato da una flessione particolarmente accentuata della domanda relativa ai beni (-6,4%), a cui s sarebbe associata, per il terzo mese consecutivo, una riduzione della domanda per i servizi (-0,3%). Per entrambe le componenti la contrazione è risultata decisamente più elevata rispetto a quanto registrato nel 2008. I prezzi al consumo, si legge ancora, "hanno evidenziato una tendenza al rientro", dovuta alla riduzione dei prezzi delle materie prime energetiche e dall'attenuarsi delle pressioni sul comparto alimentare. Un’altra ragione – diciamo noi – potrebbe essere l’effetto naturale prodotto proprio dal rallentamento dei consumi, ovvero dal fatto che si è prodotta in questo caso un’offerta di merci maggiore rispetto a quanto i consumatori sono disposti a spendere (la classica “legge della domanda e dell’offerta” che secondo gli economisti porterebbe alla determinazione dei prezzi). Rispetto a dicembre, il rallentamento più sensibile, in termini di variazioni tendenziali, avrebbe interessato il settore degli alimentari, bevande e tabacchi la cui crescita é passata dal 4,6% al 3,6%. Condividi