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di Martino Mazzonis, da Liberazione oggi in edicola Obama gioca d'anticipo e decide di premere sul Congresso per evitare che deputati e senatori non stravolgano il budget che lui e il Segretario al Tesoro Geithner hanno presentato questa settimana. Nel suo messaggio settimanale, il presidente torna a usare la carta populista contro Washington e il Congresso. «Due anni fa abbiamo cominciato un viaggio per cambiare il modo in cui funziona Washington. La middle class - continua Obama - vuole un governo che si occupi dei loro dollari come se fossero loro». Il presidente parla di riforma fiscale, energia, scuola e sanità, promesse fatte in campagna elettorale grazie alle quali ha vinto le elezioni. «Questo budget è anche lo specchio della situazione che abbiamo ereditato. Un deficit gigantesco e una crisi finanziaria», ricorda Obama. Per questo dovremo eliminare programmi di cui non abbamo bisogno per finanziare le cose di cui c'è bisogno. Poi rispolvera la retorica che lo ha fatto vincere contro Clinton prima e McCain poi. «Far passare questo budget non sarà facile, perché rappresenta un vero cambiamento e una sfida allo status quo di Washington». Le lobby e i deputati e senatori preoccupati del loro futuro sono l'obiettivo. Il Congresso negli ultimi otto anni ha infatti scelto la strada del piccolo cabotaggio. Ora che l'amministrazione è alla ricerca degli sprechi e dei privilegi, lo scontro sarà inevitabilmente durissimo. A volte un sussidio tiene infatti in piedi una economia agricola arretrata in una contea, oppure una commessa pubblica mantiene nin vita una fabbrica. Per non parlare delle grandi lobby. «So che le assicurazioni non saranno contente di dover diventare competitive» per continuare a lavorare per lo Stato «e so che alle banche che concedono borse agli studenti non piacerà la fine dei sussidi di cui godono», dice Obama, facendo anche l'esempio della lobby petrolifera, concludendo: «So che questi interessi si stanno preparando a combattere. Il mio messaggio a loro è: anche io sono pronto». La risposta repubblicana è la solita e funzionerà solo se e quando le misure proposte dai democratici non avranno gli effetti voluti. Il sogno americano «è gia svanito» e Barack Obama ha intenzione di trasformare gli Stati Uniti in un Paese «socialista». Nel messaggio settimanale, il senatore del North Carolina, Richard Burr, ha affermato che «come possiamo vedere, il sogno americano è finito». Poco dopo l'annuncio di Obama, era intervenuto John Boethnet, leader alla Camera, che aveva definito la nuova proposta del presidente Usa e il piano di stimolo all'economia già approvato dal Congresso come «un nuovo esperimento di stampo socialista». Condividi