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La notte del 5 novembre 2007 Amanda in questura non c’era andata su richiesta della polizia. Era lì per accompagnare Raffaele, lui sì, convocato ufficialmente. L’ispettore capo Rita Ficarra conosceva Amanda l’aveva già sentita il 2 e il 3 novembre, ha raccontato in aula sabato scorso, ma non il 4. Quando la vide in sala d’aspetto dare prova delle sue abilità ginniche attraverso ruote, spaccate e “il ponte” si indispettì. “L’ho rimproverata, sì” ha ammesso durante l’udienza di sabato scorso “le ho chiesto cosa stesse facendo in questura”. Amanda le confidò di essere stanca della polizia, l’ispettore replicò: “allora non capisco perché sei venuta qui stasera”. La ragazza cominciò a parlare, fornendo nuovi particolari. L’ispettore Ficarra decise di mettere a verbale. Fu in quel colloquio che emersero i nomi di tutti quelli che, secondo Amanda, avrebbero conosciuto Meredith. E fu allora che uscì il nome di Patrick Lumumba, gestore del pub “Le chic” dove la ragazza americana lavorava saltuariamente. Venne mostrato l’sms ricevuto da Lumumba quella sera del primo novembre. Durante il colloquio, ad un certo punto, venne riferito all’ispettore che l’alibi di Amanda per la sera dell’omicidio di Metz era saltato. Raffaele non lo confermava più. Fu allora che la ragazza scoppiò a piangere. “E’ stato lui, l’ha uccisa lui!” disse riferendosi a Lumumba. Dopo essersi sfogata, Amanda disse di essere stanca. Gli venne portato qualcosa di caldo dal bar, racconta l’ispettore Ficarra. Venne fatta riposare in un ufficio tranquillo, su due sedie. Quando si svegliò, verso mezzogiorno, l’ispettore l’accompagnò senza manette al bar della questura. “E venni anche rimproverata per questo, perché Amanda era già in stato di fermo.” Ha dichiarato la funzionaria di polizia in aula. "Sì Amanda è stata trattata a volte con severità, l’ho rimproverata per il suo comportamento ma sempre con cortesia e gentilezza”. A disturbare l’ispettore era la mancanza di rispetto, erano quei comportamenti incomprensibili di Amanda manifestatisi sin da quel pomeriggio del 2 novembre 2007 alla questura di Perugia, quando le amiche di Metz piangevano a dirotto e lei continuava a "sbaciucchiarsi" con Raffaele nei corridoi. Il suo non coinvolgimento nel dramma collettivo abbattutosi sugli inquilini di via della Pergola e sulla loro cerchia di amici è stato palese sin da allora sfociando, a volte, nell’ostentazione e nella provocazione. Tutto ciò non fa di Amanda l’assassina, certamente no. Ma rivela la totale mancanza di empatia verso un fatto che sconvolgerebbe la vita alla maggior parte delle persone. E questo, invece, ha sicuramente un peso nel processo in corso. L’omicidio di Metz, è un omicidio a sfondo sessuale. La ragazza secondo il capo di accusa si è sottratta alla volontà dei suoi aggressori di usarla in un gioco sessuale, da lì il suo assassinio. Usare, appunto. E di solito non si hanno sentimenti verso ciò che si usa. Condividi