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PERUGIA - “L’Umbria deve dare una risposta alla barbarie di chi pensa di trasformare i medici in sceriffi, costringendoli ad andare contro il giuramento di Ippocrate e contro i più elementari principi di umanità e di civiltà”. Così il capogruppo regionale dei Verdi e civici, Oliviero Dottorini, che sottolinea come la misura del governo nazionale “sancisce la caduta del principio del segreto professionale per il personale sanitario volto a tutelare il paziente come essere umano indipendentemente da ogni altra considerazione”. Secondo Dottorini, che ha annunciato di aver dato l’adesione dei Verdi dell’Umbria al presidio che la Camera del Lavoro di Perugia ha organizzato ierii in Piazza Italia, è necessario che la Regione Umbria, “proprio mentre si sta discutendo del nuovo piano sanitario regionale, trovi le modalità per opporsi con la civiltà che le è propria a queste pulsioni razziste e xenofobe. Non possiamo permettere – spiega - che nella nostra regione vi sia chi non può accedere alle cure per paura di essere denunciato”. “Regioni come la Puglia – aggiunge Dottorini - hanno già individuato le modalità concrete per contrastare l’onda di razzismo e intolleranza che si palesa nella scelta delle ronde e nel diritto di delazione assegnato ai medici, che pure si oppongono a questa barbarie. Adesso tocca all’Umbria fare la propria parte. Lascia sconcertati – dice l’esponente del Sole che Ride - la scelta di avere ignorato il grido di allarme e di indignazione lanciato dagli ordini professionali di medici, infermieri e ostetriche e da centinaia di associazioni e rappresentanti della società civile. Tra l'altro – conclude Dottorini - quel provvedimento è pericolosissimo perché consente e anzi stimola la creazione di una rete sanitaria occulta, illegale e alternativa'. Condividi