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ROMA - Il 2009 sara' un anno nero per l'occupazione, e a farne le spese saranno in particolare i precari, lavoratori temporanei in testa. In media, nel corso dell'anno, sono destinati a perdere il posto tra i 40 e i 75 mila interinali ogni mese. Il che vuol dire che, in base ai dati forniti da Ebitemp, l'Ente bilaterale nazionale per il lavoro temporaneo, si scendera' mensilmente dai 300 mila occupati a circa 220-260 mila. In tutto, infatti, la platea a cui si rivolgono le agenzie e' di 600 mila persone ma, tenendo conto che si tratta di contratti in somministrazione - quindi di cosiddette 'missioni' che possono essere di un solo giorno come di 30 o di 60 giorni- gli occupati mensilmente sono circa 300 mila e sono destinati a scendere di oltre il 25% se si considera l'andamento del secondo semestre 2008, quello interessato dalla crisi. Se si considera invece la tendenza di tutto lo scorso anno, quindi anche la fase di crescita delle missioni interinali nella prima parte dell'anno non interessata dalla crisi, la proiezione sul 2009 si traduce comunque in una perdita di 20 mila unita'. L'allarme occupazione per i precari, che era gia' stato lanciato dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, nei giorni scorsi, sembra dunque essere confermato dal trend iniziato nel 2008. In particolare, per quanto riguarda gli interinali, per i quali a differenza di altri lavoratori atipici sono disponibili dati piu' aggiornati e che quindi possono dare un'indicazione della tendenza, sindacati e associazioni datoriali concordano nel sottolineare che si tratta di un fenomeno senza precedenti. "A partire da settembre - spiega il segretario generale del Nidil-Cgil, Filomena Trizio - si e' registrato un abbattimento delle missioni del 30%, con un apice tra dicembre e gennaio. E' la prima volta in dieci anni che succede e questo perche' la somministrazione subisce i colpi della crisi". Si conferma dunque il trend discendente gia' segnalato dall'Osservatorio per il 2008. In particolare, nel secondo semestre dello scorso anno, in coincidenza con l'inizio della crisi economica, l'avvio di nuove 'missioni' ha subito una forte contrazione, con una riduzione tendenziale del 21% nel terzo trimestre rispetto allo stesso trimestre del 2007. Solo grazie alla crescita avviata nel primo semestre pero' si stima che l'anno scorso si sia chiuso con una riduzione delle missioni avviate limitata all'8%. Un ulteriore indicatore per valutare lo stato del settore e' quello del saldo tra 'missioni' avviate e cessazioni. Nella prima meta' del 2008 questo saldo appariva positivo con circa 80 mila posizioni in piu' rispetto alle cessazioni ma a partire dal terzo trimestre e' invece risultato negativo con un numero di missioni avviate inferiore di oltre 60 mila alle cessazioni, che diventano 134 mila nel quarto trimestre. "E' inevitabile - ha spiegato Carmelo Prestileo, segretario generale della Categoria nazionale dei lavori atipici della Uil - che di fronte alla crisi che avanza e colpisce tutti i settori produttivi, i somministrati siano i piu' colpiti. Fino a oggi non avevamo avuto modo di registrare una tendenza di questo genere visto che il settore e' stato sempre in crescita dagli anni '90". Per il presidente di Assolavoro, Gennaro Delli Santi Cimaglia, "e' complicato fare previsioni in questo momento, come dimostrano anche le revisioni di stime precedenti che sono costretti a fare anche i piu' autorevoli Osservatori statistici ed economici. Di certo - osserva pero' - i segnali che vengono dal mercato sono negativi e per la prima volta il nostro settore fa i conti con contrazioni che impongono scelte delicate. E' necessario intervenire in maniera organica e strutturale sul settore e sull'economia, puntando ancora di piu' sulla buona interazione tra pubblico e chi opera quotidianamente nel mercato". Condividi