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PERUGIa - “Da luglio 2007, in Italia, la crisi del credito è costata 12,5 miliardi l’anno alle nostre imprese. A tanto ammontano i maggiori interessi imposti dalle banche agli imprenditori rispetto al calo del tasso di riferimento fissato dalla Bce”. L’allarme viene dal presidente di Confartigianato Imprese Perugia, Massimo Nocetti, e dal segretario, Stelvio Gauzzi, che sottolineano il grave peggioramento delle condizioni di accesso ai finanziamenti bancari da parte delle piccole imprese. Secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato, tra novembre 2007 e novembre 2008 lo stock di prestiti delle banche alle imprese individuali è diminuito del 2,6 per cento. “A ‘strangolare’ le imprese - continuano Nocetti e Gauzzi - non è soltanto il costo del denaro, ma anche le condizioni per ottenerlo, decisamente peggiorate come emerge dall’ultima rilevazione di febbraio dell’Osservatorio sull’imprenditoria giovanile di Confartigianato: negli ultimi tre mesi, il 38,7 per cento dei giovani imprenditori ha riscontrato maggiori difficoltà nei rapporti con le banche”. Difficoltà che si manifestano soprattutto con richieste ingiustificate di rientro anticipato degli affidamenti, con l’aumento dello spread sui tassi di interesse, con richieste di maggiori garanzie, con l’allungamento dei tempi delle procedure burocratiche. “L’atteggiamento delle banche – secondo Nocetti e Gauzzi – appare tanto più ingiustificato se si considera che a ottobre 2008, nel pieno della crisi, il rapporto sofferenze nette/impieghi totali era addirittura diminuito a 1,08 per cento rispetto al valore di 1,17 rilevato a luglio 2007, prima dello scoppio della crisi dei mutui subprime”. Il presidente e il segretario di Confartigianato Imprese Perugia sottolineano che le maggiori difficoltà gli imprenditori le registrano con gli istituti di grandi dimensioni. “Ciò dimostra – commentano Nocetti e Gauzzi – che i processi di acquisizione e fusione del sistema bancario non hanno creato condizioni di maggiore convenienza per la clientela. Per le piccole imprese l’accesso al credito rimane più facile con le banche più piccole e radicate nel territorio, in particolare le banche popolari e gli istituti di credito cooperativo, che infatti erogano il 43,8% del totale dei prestiti bancari alle micro e piccole imprese con meno di 20 addetti”. “Il nostro sistema economico – sottolineano Nocetti e Gauzzi - rischia di crollare non perché alle imprese sia venuta meno la voglia di rischiare, ma per la crisi di liquidità. I nostri imprenditori non hanno perso la voglia di investire e di reagire alla congiuntura negativa. Ma questa loro propensione viene bloccata da un atteggiamento non altrettanto coraggioso da parte degli istituti bancari”. Condividi