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PERUGIA - Il problema del carovita assilla sempre più, in Umbria come nel resto d’Italia, i lavoratori, i pensionati e i settori del lavoro autonomo che, a partire dal 2001, con andamento costante, hanno visto i loro redditi falcidiati da pesanti aumenti dei prezzi, sia rispetto ai generi alimentari di prima necessità, sia rispetto a beni e servizi a domanda incomprimibile (vestiario, energia elettrica, benzina, riscaldamento, ecc). A sostenerlo sono i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Guido De Prisco, Luca Baldelli e Fausto Cocciari, che con un lororo ordine del giorno hanno chiesto alla Giunta di impegnarsi presso la Giunta regionale affinchè, nei tempi più brevi possibili, venga riconvocato un Tavolo per la definizione di un protocollo d’intesa su prezzi e tariffe, con tutti i soggetti istituzionali e le parti sociali interessate. Oltre a ciò nello stesso documento si chiede anche di proporre alla Regione e alle stesse parti sociali l’istituzione di un paniere di beni di prima necessità a prezzi calmierati almeno per un anno; di avanzare la richiesta dell’avvio di una tariffazione sociale per i trasporti ed i servizi in generale, che preveda forti agevolazioni per studenti, pensionati, precari e cittadini a basso reddito, fino all’esenzione totale per le fasce di reddito comprese sotto la linea della povertà assoluta; di incentivare, d’intesa con altri enti ed istituzioni, la diffusione nei diversi territori dei gruppi d’acquisto, valido freno alla lievitazione di prezzi e tariffe; di avviare, d’intesa con le associazioni di categoria, dei consumatori e i sindacati, una strategia di contenimento dei prezzi di alcuni prodotti, con un monitoraggio ed una riforma della filiera della distribuzione, che porti ad una riduzione dei passaggi e quindi dei costi finali per il consumatore; di lavorare affinché il governo nazionale, di concerto con le associazioni sindacali e datoriali, si impegni a disporre una serie di provvedimenti che proteggano salari e pensioni dall’inflazione. Queste richieste partono dalla considerazione che nei 9 mesi passati la spesa delle famiglie è cresciuta per l’energia elettrica del 7,9%, per il gas del 4,4 %, mentre per i generi alimentari, in un anno, l’aumento dei prezzi è stato ancora più rilevante (+ 8.6 % per il pane; +24.8 % per la pasta) e che, a causa dell’aumento dei generi e dei servizi di prima necessità, va estendendosi anche nella nostra Provincia e nella nostra Regione l’area delle vecchie e delle nuove povertà, che abbraccia ormai circa l’8 % del totale delle famiglie. I tre consiglieri del Prc-Se invitano anche a tenere conto del fatto che nei giorni scorsi è saltato, per le avverse volontà di Confcommercio e Confesercenti, il Tavolo che doveva arrivare, con un accordo tra Regione, associazioni di categoria dei commercianti e associazioni dei consumatori, alla definizione di un paniere di beni a prezzi calmierati, in coerenza con i principi e le volontà enunciati e sottoscritti all’interno del Patto per lo sviluppo, l’innovazione e la coesione sociale della Regione Umbria, all’interno del quale è compreso anche il protocollo per la stabilità fiscale e tariffaria, siglato da Regione, Cal, Upi, Anci e sindacati. Condividi