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L’Intergurppo consiliare del Comune di Perugia chiede al sindaco Locchi di fare chiarezza sul fenomeno dell’abusivismo edilizio e in particolare, sulle conseguenze che questo comporta dal punto di vista della evasione fiscale. Una richiesta che ha preso lo spunto dallo studio compiuto dall’Agenzia del territorio sulla base dei dati forniti dall’Agea (Agenzia per le Erogazioni in agricoltura), basati sulla sovrapposizione di rilievi alle mappe catastali. Ebbene, da questo studio (pubblicato da Il Soler 24 Ore), si evince che sui 4.238 Comuni che sono stati sinora presi in esame, distribuiti in 66 province italiane, sarebbero 1,2 milioni i fabbricati di varia natura che non sarebbero stati denunciati al Catasto. Ma c’è di più, perché – scrivono in un’stanza presentata al riguardo al primo cittadino, i capigruppo di Rifondazione Comunista, Maria Rita Manfroni, della Sinistra Democratica, Alessandro Monaco, e del Pdci, Fabio Faina – “Nella provincia di Perugia, su 59 Comuni passati al setaccio risultano essere 33.862 le particelle in cui esistono fabbricati non dichiarati al Catasto” e la nostra provincia “risulta addirittura 11/esima tra le 66 province esaminate nella graduatoria per la quantità di fabbricati non dichiarati presenti nel territorio” Una situazione, dunque, di ”straordinaria gravità”, come la definiscono i tre capigruppo, soprattutto se la si pone in rapporto con la densità della popolazione. Per Manfroni, Monaco e Faina è perciò doveroso, nei confronti dei contribuenti, conoscere con esattezza la reale consistenza del patrimonio immobiliare presente sul territorio comunale, anche al fine di combattere questo abusivismo edilizio e la conseguente evasione fiscale di ICI e tassa rifiuti che ciò comporta. Cosa tanto più necessaria – fanno notare – in considerazione del fatto che il DL 262/2006 impone di mettere a reddito dal punto di vista fiscale tutti i fabbricati che non risultino sulle mappe catastali e che la competenza sul Catasto è attualmente affidata ai Comuni. Condividi