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Enrico Flamini, segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista, si dà un gran da fare per ricucire gli "strappi" prodotti da quella che a questo punto potremmo definire davvero una "mini scissione", perché provocata da un ridotto gruppo di dirigenti che nella provincia di Perugia hanno deciso di abbandonare il partito per seguire l'avventura vendoliana. Una frattura che, per quanto dolorosa, pare essersi risolta per lo più risolta con l'uscita di un ridotto gruppo di "generali" eletti (leggasi assessori e consiglieri ai vari livelli) che non hanno dietro di loro nessuna truppa. Tipico il caso del folignate, dove la mozione Vendola aveva largamente vinto il congresso e dove, invece, si moltiplicano le dichiarazioni dei circoli che hanno deciso all'unanimità di continuare a lavorare dentro Rifondazione Comunista. Flamini, che si è incontrato mercoledì scorso con gli iscritti al partito di Montefalco, per discutere con loro del modo più opportuno per rilanciare l'iniziativa in quel territorio, in vista dei prossimi impegni elettorali, sia europei che amministrativi, ha avuto ampie assicurazioni circa la volontà di tutti i presenti di cntinuare ad impegnarsi per a dare un importante contributo alla vita politica della città del Sagrantino, ponendo in primo piano le esigenze sentite di un rinnovamento amministrativo da realizzarsi sulla base di precise scelte programmatiche. Ma non si è trattato solo della espressione, per quanto fervida, di propositi e speranze sul da fare, bensì anche di una dimostrazione di ritrovata energia dopo la travagliata fase che si è appena conclusa, oltre che di fiducia e di convincimento rispetto alla linea politica illustrata dallo stesso Flamini. Anche a Moltefalco - è stato affermato - il futuro ha bisogno di Rifondazione comunista ed è per questo che si deve continuare ad investire sul partito e sulla sua identità, al fine di radicarlo ancora di più fra la gente. Ugual cosa a pochi chilometri di distanza, in quel si Bevagna, dove Flamini ha incontrato gli iscritti del circolo "Oberdan Bruni" che gli hanno anche loro espresso l'unanime intenzione di continuare il loro cammino con Rifondazione Comunista, anche se con posizioni differenziate fra essi. Sempre unanime la disponibilità a darsi da fare per rafforzare e radicare maggiormente il Prc sul territorio. Corale, infine, la condivisione per le "posizioni anche dure della Federazione di Perugia in merito alla defezione di compagni dalle istituzioni locali e regionali" e appoggio pieno, quindi, alla linea espressa dalla dirigenza provinciale. A questo riguardo c'è anche da considerare la nota con la quale il segretario del circolo bevanate, Giuseppe Santagata, ha espresso forte rammarico per la situazione generale della sinistra nel comprensorio e per la sua ennesima frantumazione. “ Dopo le disastrose elezioni politiche dell'aprile scorso- ha detto - che ha visto il nostro partito uscire fortemente ridimensionato, occorreva una presa di coscienza collettiva per ridare credibilità al progetto della sinistra che ora una nuova scissione rende ancor più labile e precario. In una situazione politica di grande fluidità ma soprattutto in conseguenza della crisi economica del sistema economico e produttivo occidentale nella quale vengono messe in discussione i capisaldi del liberismo selvaggio ed incontrollato un nuovo frazionamento della sinistra in Italia è inaccettabile e privo di senso e risponde più a logiche personalistiche ed esigenze personali a discapito della funzione primaria del partito che è quella di difendere le istituzioni, la legalità e i cittadini e che in questa maniera viene sostanzialmente indebolito. Vogliamo una sinistra che si batta in difesa di tutti i cittadini, si batta per tutti coloro che non sono soddisfatti del governo Berlusconi e dell'opposizione; per tutti gli studenti che sono scesi in piazza a manifestare il loro malcontento, per i precari che non hanno ancora ne futuro ne certezze. La difesa di lavoratori, pensionati, studenti, precari non si fa con le scissioni ma con l’unità programmatica, con la disciplina e con il rigore politico e con la propria forza etica e morale”. “Noi non staremo fermi - continua il segretario -, ma continueremo il nostro cammino a testa alta cercando con costanza l'affermazione della sinistra in Italia. Noi auspichiamo un confronto programmatico con tutte le forze politiche di sinistra, che non si capacitano delle logiche del Partito Democratico, per rilanciare l'idea di una alternativa credibile nel centro sinistra. Rifondazione Comunista di Bevagna vuole porsi al centro della discussione politica e diventare nel territorio un punto di riferimento costante e determinante” Uscendo dal folignate, pur non recandoci troppo distante, ovvero ad Assisi, dove pure il congresso di circolo era risultato fortemente contrastato, la "musica" non cambia. Anche qui Flamini si è sentito assicurare dagli iscritti l'intento di continuare ad impegnarsi dentro Rifondazione Comunista ed a riprendere l'azione politica con rinnovato vigore. Impegno al quale si è aggiunto un giudizio severo sulla scissione effettuata da una parte dalle componente vendoliana e della conseguente uscita dal Partito di due consiglieri regionali umbri, Tippolotti e Lupini, "evento giudicato inopportuno e dannoso". Per quanto riguarda le questioni della politica locale, il circolo di Assisi ha deciso di partecipare al forum convocato dalla Mongolfiera insieme, agli altri partiti della minoranza, per dare nuovo slancio all’opposizione nei confronti dell’amministrazione comunale. Visto che la paventata partecipazione dell’Udc è stata scongiurata dalla sua autoesclusione, gli iscritti di Rifondazione comunista di Assisi si sono dichiarati disponibili a contribuire con assoluto impegno per dare il massimo apporto al dibattito territoriale, affinché sia foriero di proposte concrete, di alcune delle quali si faranno assolutamente carico. In particolare sono state individuate con assoluta chiarezza le questioni sulle quali accentuare sin da subito una forte opposizione nei confronti del governo locale: l'interesse dell'attuale coalizione che guida il Comune per la cementificazione selvaggia ed il suo totale disinteresse per i temi sociali. Condividi