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PERUGIA - “E’ importante che la nostra Regione trovi dei percorsi, anche legislativi, per opporsi alle norme razziste approvate al Senato che introducono la possibilità per i medici di denunciare all'autorità giudiziaria gli immigrati clandestini. Puglia e Toscana hanno già predisposto delle norme che vanno nella direzione opposta e che riguardo alle cure mediche impongono il segreto nelle strutture pubbliche. L’Umbria può già vantare una normativa avanzata e civile, come la legge 18 del 1990, ma è necessario prevedere delle misure che contrastino gli effetti devastanti del decreto sulla sicurezza, che rischiano di annullare quanto di buono la nostra regione ha saputo mettere in campo fino ad oggi. E’ opportuno pertanto che anche l’Umbria dia una risposta alla barbarie di chi pensa di trasformare i medici in sceriffi, costringendoli ad andare contro il giuramento di Ippocrate e contro i più elementari principi di umanità e di civiltà”. Con queste parole il capogruppo dei Verdi e civici, Oliviero Dottorini, commenta l’approvazione al Senato del decreto sicurezza che prevede tra l’altro la schedatura dei clochard e l’autorizzazione per le ronde padane, invitando l’assessore alla sanità Maurizio Rosi a prendere in considerazione degli interventi specifici, anche sulla scorta di quanto elaborato dalla Regione Puglia, per continuare a garantire le necessarie cure mediche e assistenziali per gli immigrati regolari e clandestini. “Nel decreto – aggiunge Dottorini - vi sono norme che contrastano platealmente con i fondamenti di uno Stato di diritto. Lascia sconcertati la scelta di avere ignorato il grido di allarme lanciato dagli ordini professionali di medici, infermieri e ostetriche e da centinaia di associazioni e rappresentanti della società civile. Una scelta che sancisce la caduta del principio del segreto professionale per il personale sanitario volto a tutelare il paziente come essere umano indipendentemente da ogni altra considerazione. Tra l’altro quel provvedimento è pericolosissimo perché consente e anzi stimola la creazione di una rete sanitaria occulta, illegale e alternativa. Per questo è opportuno che la nostra Regione, proprio mentre si sta discutendo del nuovo piano sanitario regionale, trovi le modalità per rispondere con la civiltà che le è propria a queste pulsioni razziste e xenofobe. La Regione Puglia lo ha fatto in modo moderno e rispettoso sia della dignità umana che della professionalità medica e infermieristica. Adesso tocca all’Umbria. Contiamo di avere una risposta positiva da parte dell’assessore e in ogni caso – aggiunge l’esponente del Sole che ride - inizieremo a studiare la possibilità di presentare una proposta consiliare in grado di dare risposte adeguate a questo tema così controverso''. Condividi