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di Nicola Bossi Il Pc di Raffaele Sollecito al centro del processo per la morte di Meredith Kercher. Il primo testimone dell'accusa, il dirigente della Polpost Filippo Bortolozzi, ha spiegato ai Pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi le analisi effettuate sul computer di Sollecito. Secondo il dirigente "non risulta interazione umana dopo la fascia oraria che va dalle 21,10 alle 5.32". L'analisi è molto importante perchè la difesa del ragazzo pugliese ha incentrato tutto sulla presenza di Raffaele al computer durante l'omicidio che sarebbe avvenuto tra le 22 e le 23. Sollecito ha sempre detto di essere rimasto a casa con Amanda e di aver visto il film "Il mondo di Amelie". E poi di essere andati a dormire fino alla tarda mattinata del 2 novembre. Casa di Raffaele Sollecito da quella di via Pergola dista soltando 15 minuti a piedi. Il ritorno dell'interazione tra computer e uomo avviene alle 5.32; un orario molto vicino a quello delle 6 quando, per l'accusa, stranamente si sarebbero riaccesi all'unisono di telefonini di Amanda e Raffaele. Il dirigente Bortolozzi ha ribadito ai magistrati di aver dato lui l'autorizzazione a buttare giù la porta della camera di Meredith, dopo che alcuni coinquilini avevano espresso preoccupazione per la sparizione dei cellullari e per il fatto che la camera di Meredith era chiusa a chiave. Fu lui il primo a trovare il cadavere della ragazza inglese. ++++++++++++++++++ Raffaele Sollecito si proclama innocente davanti alla Corte d'Assise, dopo che questa aveva acquisito il memoriale di Amanda Knox dove mette in risalto i suoi pensieri, le sue confusioni mentali e persino i sospetti su Raffaele Sollecito, come killer individuale di Meredith Kercher. Queste le parole di Sollecito ribadite in una dichiarazione spontanea. "Presidente e signori della Corte - afferma il giovane ragazzo pugliese - mi chiamo Raffaele Sollecito. Mi viene difficile definire la situazione in cui mi trovo, mi sembra tutto irreale anche perchè sono totolmente estraneo a questa vicenda. Io con questa situazione non c'entro, non sono una persona violenta e non mi è mai neanche venuto in mente di fare del male a qualcuno. Chi mi conosce sa che non farei male neanche a una mosca". Raffale poi afferma di non aver neanche una conoscenza piena della vittima: "Il rapporto con Amanda era agli inizi, non c'era una conoscenza tale da far pensare chissà cosa con il mondo della casa dove viveva Amanda. E ribadisco di non conoscere Rudy Guede.". Sollecito chiude la sua dichiarazione spontanea appellandosi ai giudici "sulle illazioni che sono state dette contro di lui". ******************* Un look da brava ragazza, anzi quasi da teenager, quello che la bellissima Amanda, capelli raccolti, ha confermato per la sua seconda uscita davanti al presidente della Corte d'Assise Giancarlo Massei. Amanda indossa un maglioncino verde a "v" non troppo attillato e un jeans chiaro. Un trucco leggerissimo, fondo tinta, risalta i lineamenti del viso lasciando inalterata la freschezza dei suoi vent'anni. Sorride. Si volta verso i giornalisti. Parla soprattutto con il suo traduttore. Ma stavolta sembra non gradire come balocco il codice di procedura penale. Austero, pronto sembra a prendere appunti, ad ogni suono emesso dalle istituzioni e dagli avvocati. E' questo il Raffaele Sollecito da quando ha iniziato il suo iter giudiziario prima davanti al Gip e poi davanti alla Corte d'Assise. I capelli cortissimi dietro, un po' più lunghi e lischi davanti. Talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorge dell'arrivo in aula dei suoi familiari. Raffaele indossa un giubbetto verde, una maglia di lana pesante e un pantalone marrone. Condividi