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PERUGIA - Per quanto riguarda la spesa farmaceutica convenzionata, nel Rapporto Ceis (Centro interdipartimentale studi internazionali su economia e sviluppo dell’Università Tor Vergata di Roma) sulla Sanità, “l’Umbria è risultata la più virtuosa d’Italia, con risparmi molto consistenti e lo stesso dato viene confermato anche quest’anno: a fronte di una spesa media nazionale calata del 2,6%, in Umbria si è registrato un risparmio del 3.6 per cento”. È quanto sottolinea l’Assessorato alla Sanità della Regione Umbria. “L’Umbria – si spiega – ha sforato di appena lo 0,1 per cento il tetto del 16%, fissato come indicatore di qualità per la spesa farmaceutica, e si è attestata al 16,1 per cento. Un risultato molto positivo – rilevano dall’Assessorato - tenuto conto che, per l’assistenza ospedaliera, la Regione ricorre pochissimo a strutture convenzionate. Pertanto, la spesa per acquisto diretto di farmaci è relativamente molto più alta rispetto alle Regioni che, utilizzando in proporzione ben superiori (fino al 50%) strutture private acquistano meno farmaci, ma spendono molto di più per il convenzionamento con le case di cura”. Quanto alle tariffe per l’assistenza ospedaliera, è “lo stesso Rapporto che in primo luogo chiarisce che nella maggior parte delle Regioni non si applica il sistema di remunerazione degli erogatori previsto dalle normative vigenti. In Umbria, invece – dicono dall’Assessorato regionale alla Sanità - ogni struttura riceve, attraverso le tariffe, un finanziamento commisurato a quello che produce e non ricorre, come avviene in molte Regioni, a integrazioni di finanziamento con erogazioni dirette, spesso a copertura dei disavanzi, non correlate all’efficienza produttiva”. “Il sistema tariffario – si spiega inoltre - non tocca minimamente il cittadino utente, che accede gratuitamente a tutte le prestazioni sanitarie, ma è solo uno strumento per remunerare in maniera equa e appropriata le strutture pubbliche e private che assistono i cittadini”. Secondo l’Assessorato, è inoltre “incomprensibile” dove il rapporto “Ceis” abbia raccolto l’informazione secondo la quale “fra le Aziende sanitarie italiane che non garantiscono l’assistenza domiciliare ce ne sarebbe una in Umbria: numerosissime rilevazioni hanno riconosciuto che i Servizi territoriali umbri sono fra i migliori del Paese. Sarebbe auspicabile, quando si pubblica un Rapporto – conclude l’Assessorato - una verifica puntuale delle informazioni, soprattutto quando, come in questo caso, il dato appare incompatibile rispetto al contesto”. Condividi