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di Eugenio Pierucci La crisi economica si aggrava e Berlusconi ci scherza su facendo eco a quanto aveva dichiarato il suo ministro del Tesoro, Tremonti, che aveva anticipato di 48 ore la sua stessa boutade. "La crisi non è così drammatica come tutti vogliono pensare e il meno 2 per cento del Pil previsto significa che torneremo indietro di due anni e due anni fa non stavamo così male". Solo che si dimentica che due anni fa diceva la cosa inversa e governava Prodi. E ancora: "Bisogna avere paura di avere troppa paura. Tutti dobbiamo dare un contributo affinché la crisi non sia così drammatica". Queste le precise parole con le quali il presidente del consiglio ha cercato di esorcizzare il pericolo che si addensa sulle nostre teste, come ci hanno avvertito in rapida sequenza Confindustria, Bankitalia ed ora anche la Ue. Parole al vento che ci fanno capire come chi ci governa non si renda contro del dramma che stanno vivendo in queste ore centinaia e centinaia di migliaia di operai che hanno perduto o rischiano di perdere il loro lavoro, di famiglie disperate per l'avvenire buio che si prospetta per i loro figli, di anziani pensionati che, pur limando le loro spese, ugualmente non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Egli vive in un mondo a parte, dorato e senza assilli, e per questo (altro mirabile esempio di equilibrio che ben si addice al momento che stiamo vivendo) è poi passato a parlare di pensioni, ma non certo per annunciare la riduzione delle tasse insistentemente richiesta dai sindacati, ed in particolare dalle Cgil, come misura per stimolare i consumi, bensì per confermare che ci sarà con ogni probabilità un intervento sull'età pensionabile per le donne perché, udite, udite, "L'Unione Europea ritiene che le donne in Italia siano discriminate perchè vanno in pensione 5 anni prima degli uomini". "E noi - ha pensato bane di aggiungere - ci impegneremo a fondo prossimamente per rivedere questa situazione". Tornando ai dati della recessione, va detto che la Ue ha dato pienamente ragione al Governatore di Bankitalia, Draghi, che aveva descritto una situazione che si era fatta particolarmente delicata per il nostro Paese, tanto da guadagnarsi una secca bacchettata da Tremonti che aveva definito le sue considerazioni delle seplici "congetture", ovvero ipotesi strampalate e quindi poco credibili. Invece, nel rivedere al ribasso i conti di tutti i membri della Comunità la Commissione di Bruxelles ci ha avvertito che se l'Europa nel suo complesso sta poco bene, l'Italia ha un febbrone da cavallo: il pil in calo del 2%, il rapporto deficit-pil che sfonda abbondantemente il patto di stabilità e che arriverà al 3,8% alla fine di quest'anno; il rapporto debito/pil che da 105,7 del 2008 salirà a 109,3 nel 2009 e a 110,3 nel 2010 (ogni italiano, neonati compresi, porta mediamente sulle sue spalle un debito di 28.00 euro); la disoccupazione dal 6,7% dell'anno passato passerà quest'anno all'8,2% per arrivare all'8,7% nel 2010. E non ci consola certo che anche i nostri partner europei hanno di che pensare, in primo luogo perché nessuno di loro (Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna, per stare ai maggiori) ha un debito pubblico pari al nostro che li opprime, e poi perché hanno messo in campo per combattere la crisi risorse assai più consistenti delle nostre. Ora Tremonti accenna a cambiare passo, parlando di 8 miliardi da investire entro il 2008, ma ci viene il dubbio che possa trovarli per davvero, visti i regali che Berlusconi si è affrettato a fare ai suoi amici benestanti, prima abbonando loro l'Ici sulle ville e sulle suite di lusso che abitano, mettendo nei guai i Comuni, poi accollando allo Stato i debiti di Alitalia per passare loro un'azienda risanata sul piano economico e dimagrita di qualche migliaio di dipendenti non ritenuti più utili. Altrimenti non ci spiegheremmo la beffa offensiva inscenata da Tremonti quando comparve in Tv per magnificare agli italiani la Social card, una tessera di povertà che avebbe dovuto aiutare a sopravvivere un milione di italiani, quelli più indigenti, grazie a un'elemosina di 40 euro al mese. Ebbene, neppure per questa miseria sono stati trovati i soldi necessari, tanto è vero che le carte sino ad oggi distribuite sono meno della metà di quelle annunciate e due terzi di esse, come hanno denunciato sindacati ed associazioni di consumatori, sono vuote, nel senso che non contengono un euro che è un euro perché le poste le hanno sì distribuite, ma poi l'Inps non ha provveduto a rifornirle ritenendo che i loro tirolari non avessero diritto a percepire neppure quella miseria. Titolari che non sono stati neppure avvertiti, per cui hanno dovuto persino subire l'onta di riposare la misera spesa fatta quando, dopo aver presentato la card alla cassa, si sono sentiti dire che non era stata accettata. E poi, come se non bastasse, invece che pensare a come rimediare, su questa beffa si è perfino scatenata una rissa nel centro destra, con la Lega infuriata verso i suoi alleati perché la gran parte di queste carte dei poveri sarebbe stata distribuita al Sud, discriminando così il Nord. Una cosa ridicola, che non sta né in cielo nè in terra, perché, semmai, lo scandalo ci sarebbe stato se fosse accaduto il contrario, ovvero che ne avesse beneficiato di più il ricco Settentrione rispetto al più povero Meridione. Questo per dare l'idea della tempra politica e morale di chi ci governa e di come ci governa. Ci consola il fatto che questo penoso spettacolo comincia ad avere effetto anche sugli elettori se è vero che, dopo una continua crescita del gradimento degli italiani nei confronti del centro destra, l'ultimo sondaggio pubblicato appena ieri da Repubblica ci dice che i soddisfatti per come stanno andando le cose nel nostro Paese sono diminuiti e il governo è per la prima volta sceso al di sotto del 50%. Curiosamente quel sondaggio ci dice anche che sono in calo i consensi di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, sia di centro-destra (An e Pdl), che di centro (Udc) e di centro-sinistra (Pd e Idv). Fa accezione la Lega che cresce, ma di poco. Resta quindi da risolvere un mistero che gli autori del sondaggio in questione non ci hanno svelato e sul quale, chissa perché, anche i grandi mezzi di informazione non si sono interrogati: dove sono andati a finire questi consensi persi? Noi ci auguriamo vivamente che, finalmente svelata la truffa del "voto utile", una parte consistente di essi stia tornando a sinistra. Condividi