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Umbrialeft ha intervistato per i suoi lettori on-line Carlo Fabbri, consigliere del gruppo di Rifondazione comunista al Comune di Perugia e presidente della 3° commissione consiliare permanente (cultura, sanità e servizi sociali). Fabbri si sofferma soprattutto sul tema della riorganizzazione dipartimentale dell’Azienda ospedaliera di Perugia. Un tema che sta molto a cuore al consigliere comunale di RC, sia come uomo politico sia come operatore del settore sanitario. “Visto il fiorire di articoli sulle pagine della stampa locale”, dichiara Fabbri, “puntualizzo che, fermo restando che l’organizzazione dipartimentale della sanità è una norma di legge attraverso la quale l’azienda di Perugia era già passata con la precedente amministrazione, e con risultati più che buoni, oggi si continua sulla stessa strada, rinnovando e riaggregando le strutture complesse che formano i dipartimenti, com’è dovere e diritto del direttore generale. L’unica cosa che però oggi sembra interessare è il 'toto-direttori'”. Fabbri chiude l’argomento sottolineando: “Faccio presente che il direttore del dipartimento non è una carica che qualifica o attesta la professionalità dei soggetti interessati, ma una carica elettiva che viene conferita in genere a chi raccoglie più voti nel consiglio di dipartimento, fermo restando la discrezionalità dei direttori generali sulla terna di nomi proposta dal consiglio stesso". "Ritengo comunque che, se fossi io il direttore generale, mi limiterei a nominare chi ha ricevuto più consensi. Credo che questo sano principio democratico sia quello che guiderà il direttore generale in questo percorso riorganizzativo”. Condividi