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Che le piccole imprese umbre non godano di ottima salute in un momento di grave crisi come l’attuale ce lo dicono i numeri messici a disposizione dall’assessorato regionale alle politiche del lavoro dai quali risulta che la cassa integrazione in deroga è pressoché raddoppiata nel giro di un anno: ad usufruirne erano stati 1.073 dipendenti nel 2007 che sono saliti a 2.109 nel 2008. Ma che cos’è la cassa integrazione in deroga e perché ci fornisce il quadro dello stato di salute in particolare delle piccole imprese? E’ presto detto: per legge i lavoratori delle imprese con meno di 15 dipendenti non hanno diritto di usufruire degli ammortizzatori sociali in caso di licenziamento, e per loro, considerata la gravità della situazione, si è fatta appunto una “deroga”, così da non lasciarli completamente in balìa degli eventi, ma poiché questa crisi non accenna a passare, anzi c’è il serio rischio che si aggravi ulteriormente nel corso del 2009, facendo aumentare ancora, e di molto, il numero dei licenziati, si affaccia ora il rischio concreto che i fondi stanziati al riguardo si dimostrino largamente insufficienti a coprire questo aumentato fabbisogno. Ma chi sono questi lavoratori ed in quali settori erano impiegati? A dircelo è ancora l’assessorato regionale che abbiamo prima citato, dal quale abbiamo appreso che in questo momento i settori produttivi maggiormente in difficoltà sono in Umbria quello tessile e quello ceramico essendo quelli che hanno presentato il maggior numero di domande, ma è il comparto meccanico, che si trova a fare i conti con la contrazione del mercato dell’auto e dell’acciaio, è quello che ha fatto registrare i numeri più preoccupanti ed in particolare una crescita esponenziale dei ricorsi alla cassa integrazione in deroga. Restando nel settore tessile i numeri più aggiornati ci parlano di 182 richieste analizzate, a fronte delle 126 del 2007 il che vuole poi dire 237 dipendenti in più rispetto al 2007. Sono invece raddoppiati i lavoratori in difficoltà in quello ceramico: nel 2008 sono stati 367 ad avere usufruito della cassa integrazione in deroga e 54 le procedure esaminate, quando nel 2007 erano state 24 per un numero complessivo di 173 lavoratori. Per quanto riguarda il comparto meccanico, ovvero quello che ha più avvertito nel 2008 le conseguenze della crisi, il ricorso agli ammortizzatori sociali ha interessato 247 dipendenti, una quantità abnorme rispetto alle 4 unità del 2007 e del 2006. La stessa cosa dicasi per quanto riguarda le richieste presentate dalle aziende che sono salite a 54 rispetto ad una sola che si era avuta sia nel 2007 che nel 2006. E non è che gli altri settori produttivi segnalino dati più incoraggianti, visto che se i numeri sono minori lo si deve semplicemente al fatto che anche il numero delle imprese e dei dipendenti che vi operano è minore. Prendiamo come esempio, quello del legno, per il quale vi sono state 8 richieste di cassa integrazione in deroga (soltanto 1 nel 2007) per 45 lavoratori complessivamente. E’ per questo, dunque, che la Regione Umbria si è sentita in dovere di inserire fra le priorità del pacchetto anticrisi che ha varato recentemente, anche l’urgenza di reperire maggiori risorse per incrementare la ormai non più sufficiente dotazione finanziaria assegnata dal Ministero del Lavoro all’Umbria nel 2008, così da far fronte alle maggiori necessità che si annunciano per il 2009. Per ultimo non ci resta che considerare come le sofferenze umbre non si limitino, purtroppo, al solo settore delle piccole imprese, ma riguardino l’intero comparto produttivo regionale, come ci ha segnalato di recente la Cgil allorché ha parlato di almeno 5mila e 500 lavoratori in cassa integrazione guadagni, fra ordinaria e straordinaria. Un numero drammatico, a realizzare il quale ha fortemente contribuito la vicenda Merloni, al quale andavano aggiunte almeno 272 richieste di mobilità e 100 contratti di solidarietà. Condividi