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PERUGIA - Proseguire l'iniziativa di mobilitazione dopo la piena riuscita dello sciopero del 12 dicembre e della manifestazione che ha riempito piazza IV Novembre e Corso Vannucci come non succedeva da molti anni. E' questo l'impegno che la Cgil di Perugia ha messo nero su bianco nell'ordine del giorno approvato all'unanimità dal suo ultimo direttivo provinciale del 2008, che si è tenuto ieri, martedì 16 dicembre, a Perugia, alla presenza di circa 100 tra delegati e quadri sindacali. Il dibattito aperto dalla relazione di Mario Bravi (segretario generale della Camera del Lavoro di Perugia) e concluso da Manlio Mariotti (segretario generale Cgil Umbria) si è concentrato soprattutto sulle modalità di prosecuzione delle iniziative di mobilitazione che la Cgil intende portare avanti sin dai primi giorni del 2009. “La crisi morde duramente anche la nostra provincia – si legge nel documento approvato dal direttivo - già siamo a quasi 6.000 cassa integrati, sono stati realizzati 242 accordi di cassa integrazione in deroga, alla Isa di Bastia centinaia di lavoratori precari rischiano di non aver risposte né sul terreno della cassa integrazione né su quello dell’occupazione, si sta allargando la crisi dell’edilizia e delle costruzioni, è sempre più preoccupante la situazione della fascia appenninica con al centro la vicenda della Antonio Merloni. A questa crisi occorre reagire con un’azione forte e incisiva”. Di qui un richiamo a Cisl e Uil “che – si legge ancora nell'ordine del giorno - dovrebbero riflettere, perché la crisi che colpisce duramente lavoratori, pensionati nella nostra provincia impone una risposta del sindacato che non si limiti a descrivere la crisi, ma intervenga per tutelare le condizioni di reddito e di lavoro”. Con questa impostazione la Camera del Lavoro di Perugia si impegna, dopo la pausa natalizia, a proseguire un’intensa campagna di iniziative e di mobilitazione, continuando le assemblee in tutti i posti di lavoro, realizzando incontri in tutte le circoscrizioni della città di Perugia “per rafforzare e rilanciare la democrazia, l’unità e la confederalità del sindacato italiano, contro la logica della divisione e degli accordi separati”. Condividi