andreotti.jpg
Fausto Cardella, il potenziale candidato a sindaco di Perugia per il centrosinistra stando ad alcune voci, è salito agli onori della cronaca come magistrato inquirente a metà degli anni '90 quando in coppia con l'allora procuratore capo Nicla Restivo deposita 500 pagine che culminano cona la richiesta di rinvio a giudizio, con l'accusa di omicidio, per Andreotti, Vitalone, Badalamenti, Calò, La Barbera e Carminati. I nomi sono di quelli pesanti come macigni: il caso è quello dell'omicidio Mino Pecorelli, il giornalista che indagava sulla morte di Aldo Moro e sul ruolo svolto dagli ex democristiani sulla mancata liberazione. Quelle accuse porteranno il 5 novembre 1995 il gip Sergio Materia a decidere favorevolmente su rinvio a giudizio tutti e cinque imputati. l'11 aprile 1996 inizia il processo a Perugia e il 30 aprile 1996 i pm Fausto Cardella e Alessandro Cannevale, al termine della loro requisitoria, hanno chiesto l'ergastolo per Giulio Andreotti, Claudio Vitalone e per altri imputati dell'omicidio di Mino Pecorelli. Il 24 settembre 1999: sentenza di assoluzione per tutti "per non aver commesso il fatto". Attualmente Cardella guida la Procura di Terni dove si occupando anche della spinosa questione dell'inceneritore di Terni e del caso Don Gelmini. Il suo ultimo incontro pubblico risale a pochi mesi fa: ha prestato la voce per la maratona di lettura dell'opera di Saviano Gomorra. Condividi