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La decisa presa di posizione di alcuni autorevoli esponenti della mozione n. 2 contro qualsiasi ipotesi di scissione del partito ha suscitato l’interesse della stampa locale che ha dedicato ampio spazio a questo avvenimento. In particolare il Corriere dell’Umbria, ovvero l’organo a maggiore diffusione in Umbria, se n’è occupato con un lungo articolo, pubblicato oggi, a firma di Lucia Barboncini, per la gran parte imperniato sul documento illustrato, in occasione dell’ultima riunione del comitato politico federale di Perugia, da Gianluca Graciolini, assessore ai servizi sociali del Comune di Gualdo Tadino. Un documento antiscissione che non è stato sottoposto ad alcun voto, per ora, ma che, come è noto, ha già ricevuto l’adesione di importanti circoli territoriali della provincia di Perugia, nei quali la corrente Vendoliana aveva ottenuto la maggioranza dei consensi in occasione del recente congresso del Prc (oltre a Gualdo Tadino, Spello, Casa del Diavolo e Assisi su tutti, ma anche adesioni singole come nel caso del Tenerini di Perugia, che pure aveva espresso una maggioranza Ferreriana). L’importanza di questo documento non è dunque sfuggita alla Baroncini per la quale “rappresenta il campanello di allarme di una prima significativa lacerazione nella corrente dei vendoliani”. Per cui la stessa giornalista aggiunge che "Se lo sbocco è la scissione, ci sono alcuni fra i compagni del presidente del consiglio Mauro Tippolotti o dell’assessore al Comune di Perugia (in realtà si tratta del capogruppo, ndr) Rita Manfroni che non seguiranno la stessa strada". A corredo del suo ragionamento l’autrice dell’articolo riporta poi alcune dichiarazioni rilasciate dallo stesso Graciolini a giustificazione della sua scelta, come pure del segretario del circolo di Rifondazione Comunista di Assisi, Di Lascia. Ne riportiamo, per necessità di sintesi, solo alcune. Graciolini - “sono sicuro che ci verranno dietro in molti”. E, riguardo alle dichiarazioni rilasciate da parte del gruppo dirigente vendoliano ventilanti un’eventuale scissione: “Hanno parlato a titolo individuale. Noi abbiamo sempre detto che nulla di nuovo e di credibile a sinistra può nascere se non nasce dal basso, in modo democratico e attraverso un confronto aperto”. Ed ancora sul tema delle alleanze: “Non siamo d’accordo sull’ipotesi che preveda un Pd come interlocutore privilegiato. A noi non deve interessare lo spostamento dell’asse del Pd a sinistra. Lo faccia in modo autonomo il partito di Veltroni. Non ci possiamo proporre di cambiare gli altri. Il Pd da quando è nato non ha fatto altro che predicare una presunzione di autosufficienza”. Di Lascia- in questo caso il Corriere dell’Umbria riporta testualmente (citando correttamente la fonte) la seguente dichiarazione rilasciata dal segretario del Circolo di Assisi al nostro giornale, “Umbrialeft”: “nella mozione congressuale era stato detto chiaramente che volevamo salvare Rifondazione Comunista per portare la sua esperienza e il suo cammino all’interno di un nuovo progetto ancora più ampio, quello della nuova sinistra italiana. Parlavamo di salvare non di affondare il Prc. I nemici sono fuori dal partito, non dentro”. Per questo Lucia Barboncini conclude che “Per questa parte dei vendoliani qualsiasi processo di riaggregazione a sinistra non può prescindere dal Prc”. “Questa parte dei vendoliani vuol restare e getta il sasso nello stagno". E sull’ipotesi dalla stessa avanzata di una disponibilità a cogestire la linea Ferrero tanto contestata nella fase congressuale, passa ancora la parola a Graciolini che dice: “Al segretario non facciamo alcuno sconto, continuiamo a definire la sua linea identitaria, inconcludente e politicamente inefficace. Ma dalla riunione del comitato federale abbiamo dato una dimostrazione concreta di buona disponibilità a partecipare ad un lavoro comune di direzione politica e di una strategia per l’Umbria. Tant’è che alcuni di noi parteciperanno come coordinatori ai lavori di alcune commissioni”. Se è così siamo all’annuncio dell’abbandono della fase dei separati in casa, della qualcosa non possiamo che rallegrarci. Ma a queste tematiche ha dato spazio, nelle sue pagine locali, anche il quotidiano La Nazione, con un articolo pubblicato sempre oggi a firma di Cristina Belvedere, dal titolo particolarmente significativo: ”Niente scissione per salvare il partito”. Frattura nei vendoliani". Più o meno le tesi e le citazioni svolte sono le medesime affrontate da Lucia Baroncini. Si da ancora spazio a Graciolini e Di Lascia, con una “precisazione” in più ed un finale enigmaticamente inquietante perché non fuga completamente l’ipotesi della scissione che pare essere solo rimandata: Restiamo nel partito invitando Rifondazione a lavorare con l’associazione “La Sinistra” per presentare liste unitarie. Il nostro progetto politico resta infatti l’unità della sinistra. Scissioni? Il Prc dovrà ascoltare e cogliere le istanze di questa parte del partito, altrimenti…". Su questo non sarebbe male una precisazione alla precisazione (dettata non sappiamo da chi), visto che la cosa suona come un aut aut che pare voglia mettere ancora una volta in discussione un’elementare principio democratico. Parliamo del rispetto che si deve alla maggioranza, sia pure in un confronto aperto volto a ricercare una unità d’intento quanto mai opportuna e che in ogni caso non mortifichi chi la pensa diversamente. Condividi