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ORVIETO - ''Siamo nel mezzo di una rivoluzione ferroviaria, di cui vorremmo essere protagonisti e non spettatori'': lo scrivono, in un documento congiunto, i sindaci di Arezzo, Giuseppe Fanfani, di Chiusi, Luca Ceccobao, e di Orvieto, Stefano Mocio, a proposito della vertenza tra i pendolari dei loro territori e le Ferrovie dello Stato. Secondo i tre sindaci, le stazioni di Arezzo, Chiusi e Orvieto, private dei treni Intercity per favorire l'alta velocita' ''perderanno valore e funzione''. ''Dal 14 dicembre - ricordano - il nuovo orario ferroviario dovrebbe sancire questa situazione. Lavoratori, studenti, famiglie, turisti saranno fortemente disincentivati ad usare il treno, e intercettare l'alta velocita' sara'un problema per intere comunita'. Tutto cio' e' inaccettabile, specie per la logica che sta dietro a queste scelte. Trenitalia teme l'arrivo di altre societa' nella remunerativa direttissima e occupa tutte le fasce orarie per scongiurare la concorrenza''. I tre sindaci si chiedono se ''si puo' togliere improvvisamente un servizio pubblico senza dare un'alternativa'' visto che ''la direttissima e' stata costruita con il denaro pubblico e non puo' essere attraversata esclusivamente dai treni veloci di Trenitalia o di privati: deve garantire anche il collegamento veloce con le grandi citta' e, quindi, con gli Eurostar. Dunque, occorre destinare una quota di orario al transito degli Intercity lungo la linea direttissima''. La loro proposta e' che, dal 14 dicembre, alcuni degli Intercity destinati alla linea lenta siano fatti viaggiare nella direttissima la mattina, il pomeriggio e la sera: ''quando, cioe' - concludono - viaggiano i pendolari''. Condividi