TERNI - Hanno respinto ogni accusa i tre tecnici della Soprintendenza ai beni culturali dell'Umbria arrestati dalla guardia di finanza di Terni, insieme a un imprenditore, con l'accusa di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. Lo hanno fatto negli interrogatori di garanzia davanti al gip.
I tre hanno sostenuto la correttezza del proprio comportamento. Negando di avere ricevuto denaro per evitare controlli su lavori di restauro che - secondo l'accusa - non sarebbero stati conformi al capitolato d'appalto.
I tecnici sono difesi dagli avvocati Massimo Zaganelli, Benito De Simone e Francesco Venturi. La guardia di finanza prosegue intanto l'esame dei documenti sequestrati nel corso dell'indagine.
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