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Il Lorenzetti pensiero su cosa è l’Umbria oggi e su cosa bisogna fare per migliorarla ancora, per arrivare preparati agli appuntamenti importanti che ci attendono nel prossimo futuro, è stato raccolto da Marcella Calzolai in una lunga intervista pubblicata su “Valore”, la rivista della Confindustria dell’Umbria che dedica un “focus” speciale alla nostra regione. I temi trattati sono molteplici, vanno dalle questioni economiche e del lavoro che tanto ci preoccupano proprio in questi giorni (Merloni, Mignini, Chimica ternana e molte altre ancora), che si intrecciano fortemente con la crisi finanziaria internazionale, alla modernizzazione, dal federalismo fiscale alle carenze infrastrutturali, dalle questioni sociali (aumento del disagio) e ambientali a quelle politiche, viste soprattutto in chiave elettorale, ovvero nella prospettiva del rinnovo del mandato che si sta facendo sempre più prossimo. Molte delle preoccupazioni espresse su questi temi dalla nostra governatrice (che non è mistero punta al suo terzo mandato) alla sua intervistatrice sono da noi condivise, altre ci convincono assai meno ed è proprio sull’ultimo aspetto che abbiamo indicato che si puntano principalmente i nostri distinguo. Ciò che non ci convince per nulla del pensiero lorenzettiano sono le considerazioni sviluppate a proposito delle “maggioranze variabili”, tema maliziosamente introdotto dalla sua interlocutrice prendendo a pretesto le differenti valutazioni del Prc sul Piano dei rifiuti regionale ed in particolare sulla soluzione del “termovalorizzatore” finale che a suo dire parrebbe inevitabile. Così affatto non è, come dimostrano esperienze importanti e non certo “clandestine”, come quelle fatte da metropoli (vedasi San Francisco, negli Usa) e Stati (Israele) importanti che ci hanno indicato la strada che porta alla soluzione dei “rifiuti zero”. Come pure esperienze consimili ed ugualmente significative, anche si di più limitata portata, che sono state fatte nel nostro Paese. A queste esperienze facciamo riferimento e vorremmo che venissero almeno studiate e prese in attenta considerazione in una regione come l’Umbria che della sua qualità ambientale ha fatto un importante biglietto da visita. Andando oltre osserviamo ancora come la nostra governatrice, che pure or non è molto aveva riconosciuto come sia stata sin qui ben sorretta dalla sua maggioranza nell’azione di governo espressa, e che anche in questa circostanza ribadisca come la coalizione di centro sinistra abbia sinora dimostrato senso di responsabilità pure sulla delicata questione ambientale, finisca poi per affermare che però alla fine bisogna decidere e che la coalizione stessa “deve dimostrare di saper affrontare con serietà anche decisioni non facili”. Altrimenti? Altrimenti lascia capire che le porte sono aperte per altre soluzioni politiche e quali queste siano lo lascia intendere allorché gli viene posta la domanda circa le alleanze da stringere in vista del rinnovo del mandato. Riassumendo il Prc sbaglierebbe a porre il suo aut aut contrario all’ingresso dell’Udc nella coalizione, perché “Nell’interesse dell’Umbria le alleanze si devono fondare sul disegno di regione e di città. Sulle questioni programmatiche” e – aggiunge – “Di questo bisogna ragionare con le forze politiche, e non mettendosi seduti tra gruppi dirigenti che tentano di spartirsi il potere”. Proprio come ha mostrato di voler fare il Pd (partito al quale la Lorenzetti appartiene), o almeno una parte non certo ininfluente di esso, ammiccando all’aperto tentativo del presidente della provincia Cozzari che, con un colpo di mano ha cercato di stravolgere (dentro l’Udc e fuori il Prc) la maggioranza che lo aveva eletto e con esso anche il più elementare concetto di democrazia che consiste nel tenere fede al mandato ricevuto degli elettori. Di programmi, in quell’occasione non si è certo discusso, così che quell’operazione (non ancora. ahinoi, del tutto conclusasi) ha finito per rivestire unicamente il sapore di una mossa volta unicamente alla spartizione del potere. Nient’altro. Caso mai l’aut aut in quella circostanza ha chiaramente cercato di imporlo l’Udc nei confronti di Rifondazione Comunista, ma questa circostanza sembra sfuggire del tutto alla Lorenzetti. Del resto, aggiungiamo noi, quali interessi comuni e quali programmi comuni possono essere costruiti con una forza politica apertamente centrista, che ha condiviso responsabilità di governo a livello nazionale con Forza Italia, An e Lega e che non ha mai sconfessato questi suoi trascorsi? Una forza politica che di contro in Umbria ha sempre tenacemente osteggiato le scelte politiche e sociali compiute dalla maggioranza di centrosinistra. Troppa è la distanza ideale che ci separa dall’Udc, tale da impedire ogni forma di collaborazione nel governo sia esso nazionale che regionale. Sarebbe una soluzione senza senso e assai pericolosa per la tenuta delle nostre Istituzioni. Non vorremmo cadere dalla padella alla brace: un programma del genere di quello auspicato dalla Lorenzetti fu faticosamente messo insieme dalla variopinta coalizione che ha sostenuto l’ultimo governo Prodi. Poi abbiamo visto la fine che ha fatto quel governo, costantemente paralizzato dai veti posti dalla sua componente centrista. Immettere una tossina del genere anche in Umbria sarebbe perciò estremamente pericoloso. Condividi