PERUGIA - Mettere in cattiva luce un importante quartiere come Ferro di Cavallo è sicuramente un atto sciocco e privo di senso. Sapevo che la politica, quella con la “P” maiuscola, non era fatta di annunci o comunicati stampa autoreferenziali, ma di dialogo, di contrapposizioni forti e dure a cui faceva seguito la mediazione. Oggi mi sembra che i personalismi e l’apparire siano il gioco più frequente. Tutti ci stiamo dando da fare per sembrare belli, bravi ed intelligenti, in politica poi c’è la moda di curare il proprio giardinetto sul quale troppe volte cresce solo ortica e paretaria, erbe che danno prurito e allergie. Dovrebbe essere ora che queste piante venissero estirpate, oppure rabbonite per farne buoni coadiuvanti per la nostra salute. Fatta questa breve premessa, mi sento di dire anche io qualcosa su Ferro di Cavallo: È un quartiere tranquillo dove se cammini di notte forse un gatto in amore lo trovi.

È un quartiere vivibile perché fatto di gente civile che rispetta l’ambiente e che ci tiene a vivere in un spazio che, insieme alla comunità, deve essere condiviso. Non è un quartiere dormitorio perché ci sono i negozi, i bar, la Chiesa, le scuole, le piazze, gli spazi verdi, un Centro Socio Culturale che crea aggregazione, promuove cultura e momenti dedicati allo sport. Ferro di Cavallo sicuramente non è un’isola felice, perché come altrove si muore di cancro, di solitudine, c’è invidia, atteggiamenti a volte scorretti , un po’ si prega e un po’ si bestemmia, ma ci si incontra, ci si saluta ed, a parte alcune casi particolari, le persone si rispettano e dialogano fra loro.

La mia risposta ai consiglieri comunali che hanno generato tanto allarmismo sulla stampa regionale diventa domanda: ma vi siete mai sognati di girare per le strade di Ferro di Cavallo o qualcuno vi ha consigliato di fare una nota giornalistica solo per attirare attenzione? Non sarebbe utile fare politica nel territorio e vedere quali sono le necessità della gente? Se un giorno il cassonetto del parco non è vuoto può esserci stato un inconveniente; se sotto un cestino dei rifiuti c’è cartaccia e roba varia forse perché è troppo pieno. Oppure, qualche strano soggetto si è divertito ad insudiciare il parco per creare allarmismo? Allora sarebbe opportuno nel primo caso di gettare il rifiuto in un altro luogo, forse nemmeno troppo distante dal primo, nel caso invece ci fosse qualcuno che di proposito sporca un’area verde pubblica, se non è uno stolto è sicuramente un mascalzone.

Se c’è stato un atto vandalico, questo non è degrado è solo stupidità. Posso pensare che qualche giovane sotto l’effetto di alcool o stupefacente possa aver compiuto un tale gesto, ma prima di sbattere un quartiere sulle pagine di un giornale per denigrarlo bisognerebbe riflettere. E’ vero che c’è stato qualche furto negli appartamenti, ma il resto d’Italia ne è esente? Se c’è spaccio di droga in un quartiere che conta 10000 anime è uno scandalo? Lo smercio di droga si trova anche nel paesino sperduto di montagna. L’appello che faccio alla politica è di lavorare di più tra la gente, senza il supporto di una clack.

Voglio ricordare ai politici che ci sono cittadini che possono collaborare per migliorare gli spazi in cui vivono, per integrare i rapporti fra le culture. Credo che Ferro di Cavallo sia in grado di contribuire alla risoluzione dei problemi letti sui quotidiani cittadini. La sicurezza non è data dalla presenza di un tutore dell’ordine, la sicurezza si fa crescere in noi stessi contribuendo e collaborando con le forze dell’ordine non rimanendo indifferenti a ciò che avviene. Lavoriamo insieme per ricostruire un senso civico condiviso, a partire dai Palazzi e dalle istituzioni di territorio, per riaffermare il rispetto del prossimo e la civile convivenza indipendentemente (lo dice la Costituzione) da razza, religione, ideologia politica. Lavoriamo insieme per sconfiggere la barbarie, che tutte le sere vediamo in Via Firenze ed in tutte le strade periferiche della città, che è lo sfruttamento di giovani donne. Lavoriamo insieme, se ne abbiamo coraggio, per sconfiggere quella piaga che si chiama potere legato alle grandi organizzazioni malavitose. Se qualche cosa non va e possiamo intervenire da soli per sistemarla facciamolo. Il parco pubblico è di tutti. Se c’è da raccattare un rifiuto, con le dovute precauzioni, lo raccogliamo senza aspettare l’incaricato del Comune . L’esempio per le future generazioni è di fondamentale importanza. Facciamo sì che tutti possiamo sentirci padroni di ciò che ci circonda nel rispetto delle necessità degli altri.

Gianni Bulletti
Presidente Centro Socio Culturale
“Ferro di Cavallo

 

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