(AVInews) – Perugia, 10 dic. – “Ancora perdura il gap di genere, ossia la differenza nella retribuzione tra uomini e donne, che ha il sapore amaro della discriminazione”. Queste le parole dell’esponente dell’Associazione culturale UmbriaLeft Stefano Vinti, che commenta così i dati Istat sulla retribuzione: “In Italia la retribuzione oraria mediana dei lavoratori è di 11,61 euro, superiore del 7,4 per cento rispetto a quella delle donne, che raggiunge i 10,81 euro. Se consideriamo che i salari in Umbria sono inferiori di circa il 7 per cento rispetto alla media nazionale, la retribuzione oraria delle nostre lavoratrici e dei nostri lavoratori è ad un livello assolutamente inadeguato per sostenere i costi della vita odierna, e in particolare per sostenere la domanda interna di beni e servizi”. L’ex assessore regionale si sofferma poi su un altro dato Istat che, sostiene, “denuncia la grave ingiustizia che si annida nel mondo del lavoro”, ovvero la differenza di retribuzione tra i lavoratori nati in Italia e quelli nati all'estero. “La retribuzione oraria mediana dei rapporti di lavoro degli italiani – dichiara Vinti – è superiore di 1,4 euro rispetto a quelle dei lavoratori nati all'estero, con un differenziale del 13,8 per cento”. “Dunque – prosegue l’esponente di UmbriaLeft –, ad uguale lavoro non corrisponde una uguale retribuzione tra lavoratori. Questa dipende da dove sono nati, non da altre valutazioni. Tecnicamente questo fenomeno lo si può chiamare come si vuole, ma puzza di razzismo”. L’auspicio, per Vinti, è che “la politica e le istituzioni dell'Umbria siano in grado di mettere in agenda prioritariamente l'aumento dei salari e degli stipendi dei lavoratori umbri, la parità retributiva tra uomini e donne e la parità dei diritti di tutti i lavoratori, indipendentemente da dove sono nati”.

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