di Attilio Gambacorta // Associazione culturale Umbrialeft

Il governo Conte 2, pur con evidenti limiti, è stato un esecutivo di cambiamento, favorito dalla pandemia, ma pur sempre un cambiamento.

Mi piaceva il suo modo gentile e cortese, ma deciso, di affrontare le cose. Mi piaceva quella sua visione europea che voleva cambiare l’Europa, mi piaceva quel suo mettere al centro l’uomo e la natura insieme ai suoi bisogni. È con questo governo che si è superata la politica dell’austerità, che si è cominciato a parlare timidamente, ma si è fatto, di debito europeo.

Qual è stato, quindi il ‘capolavoro’ di Renzi: quello di ridare centralità a Lega e Forza Italia; quello di interrompere un processo democratico che, con fatica e difficoltà, affrontava problemi inimmaginabili poco più di un anno fa. Questo processo politico si fondava su un blocco sociale di cittadini, lavoratori, uomini e donne che desiderano pace e lavoro, che rifiutano e sono stanchi del politichese che, tristemente, sta riemergendo con tutta la sua forza e, credo, che il ‘meglio debba ancora venire’.

L’interesse della Lega, e di tutto il centrodestra, è sicuramente evitare una legge elettorale proporzionale, per poter andare alle prossime elezioni con questa legge da più parti definita incostituzionale, ma che le garantirebbe una netta vittoria nel caso in cui la coalizione di destra si presentasse unita e raggiungesse il 40 per cento dei consensi; accelerare l’autonomia differenziata per favorire le imprese del nord del Paese. 

Con il governo Conte erano sotto scacco, ora non lo sono più.

Siamo di fronte ai trasformismi più acrobatici, la politica non ha più una visione, si naviga a vista secondo l’interesse del momento, il Sud è ancora una volta tagliato fuori dagli interessi delle élite. 

Ma abbiamo bisogno di politica, senza di essa non si cambia il mondo. E siamo orfani di una sinistra che faccia politica ed abbia una visione.

L’Italia ha bisogno di coraggio, questo coraggio è mancato al PD ed al M5S.

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