di Stefano Sylos Labini.

Nelle Basi economiche di un New Deal italiano una delle proposte riguarda la trasformazione della Cassa Depositi e Prestiti in una banca pubblica ovviamente non quotata in borsa sul modello della KfW tedesca. In questo modo possiamo avere uno strumento di politica economica per finanziare l'economia reale con un costo molto basso: la banca pubblica infatti può ottenere denaro dalla BCE a tassi di interesse prossimi allo zero.

Poi c'è un altro aspetto importante che andrebbe affrontato: i 300 miliardi di debito contratto dalla CDP sono coperti da garanzia statale ed entrano nel conteggio del debito pubblico italiano. I 500 miliardi di euro della KfW invece no. Il motivo è una regola contabile dello Stato tedesco che esclude dal debito pubblico le società pubbliche che si finanziano con pubbliche garanzie ma che coprono la metà dei propri costi con ricavi di mercato e non con versamenti pubblici, tasse e contributi.

Pertanto se la CDP venisse trasformata in una banca pubblica sul modello della KfW si avrebbe un doppio vantaggio: 1. si potrebbero finanziare le piccole e medie imprese in misura ben maggiore e a tassi d'interesse bassissimi; 2. il debito della CDP non sarebbe conteggiato nel debito pubblico come accade oggi.

Inoltre la Nuova Banca Pubblica CDP potrebbe emettere i titoli fiscali favorendo la circolazione dei CCF accanto all'euro.

Si tratta di un'operazione che si potrebbe fare in tempi rapidi

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