La riunione del comitato promotore di Sinistra Italiana che si è svolta domenica scorsa, a conclusione della Festa nazionale a Pescara, va valutata positivamente.

A nessuno sfuggono le difficoltà che stiamo incontrando per tracciare la strada e raggiungere l’obiettivo di dare vita ad una forza politica di sinistra con determinate caratteristiche, difficoltà da non sottovalutare e in larga misura prevedibili. Se queste vanno prese di petto ed indagate, sarebbe un errore non cogliere anche i segnali positivi emersi nel corso di queste ultime settimane, a cominciare dalla stessa festa che si è svolta in Abruzzo, sia per l’ottimo riscontro in termini di partecipazione e  interlocuzione con soggetti esterni, sia per la qualità dei dibattiti e dei vari momenti di approfondimento che l’hanno attraversata.
Altro elemento positivo da evidenziare è il risultato che Sinistra Italiana ha avuto con la sottoscrizione del due per mille. Il fatto che 160.000 contribuenti (oltre il 50% in più dei dati raggiunti da Sel lo scorso anno), abbiano fatto questa scelta indica qualcosa che va oltre al semplice interesse. Indica una aspettativa, che noi non possiamo ne’ sottovalutare ne’ deludere.

Certo – come si diceva – le difficoltà non mancano: Sinistra Italiana, in questo suo percorso costituente, non è riuscita a trasmettere a sufficienza il lavoro che sta portando avanti per la nascita di un nuovo soggetto politico con una propria fisionomia. Non basta dire che la stampa ci oscura. Dobbiamo riconoscere anche i nostri limiti se la percezione che si è data all’esterno è quella di un assemblaggio di ceti politici e se di attrattivo e percepito come utile ci sia ancora così poco.
 Guardare alle inadeguatezze e ai nostri ritardi è importantissimo per correggere il modo di procedere. A proposito di ritardi,  come non vedere che la discussione che rimanda al rapporto con il Pd – in alcune regioni anche importanti – non ha ancora reso possibile la realizzazione delle assemblee regionali al fine di dotare Sinistra italiana di un minimo di organizzazione, seppure in una fase transitoria? Come non vedere che la campagna di adesioni – che pure deve tenere conto di modalità nuove fornite dalla rete – stenta a partire?
 Per quanto ci riguarda la presenza sui media è più legata alla nostra rappresentanza parlamentare (che comunque in questi mesi ha svolto un lavoro ampiamente positivo), che non all’espressione di un gruppo dirigente di una forza politica, seppure in costruzione. Anche questo è un limite.

Le indicazioni emerse dalla riunione del comitato promotore.

Eppure, proprio su queste problematicità, la riunione del comitato promotore nazionale di domenica scorsa ha dato importanti indicazioni sia politiche che organizzative.
Sul piano politico è stata decisa una mobilitazione nazionale a Firenze il primo ottobre in occasione della apertura della campagna di Sinistra Italiana per il No al referendum.
Non c’è bisogno qui di spiegare i motivi per cui la battaglia per il No deve diventare il nostro impegno prioritario, lavorando nei comitati per il No e valorizzando l’importante presa di posizione dell’Anpi.
 
Sul piano sociale si è deciso di utilizzare la proposta di Social Compact per un intervento sui temi economici, sociali e del lavoro da realizzare in ogni realtà territoriale, da organizzare – aggiungo io – con soggetti sociali, sindacali e di movimento con cui siamo interessati a costruire una interlocuzione.

Infine la riunione del comitato promotore – nella quasi totalità dei suoi interventi – ha dato due indicazioni molto importanti.

La prima è che il congresso va fatto rapidamente poiché questa situazione di indefinitezza rende più complicata la nostra iniziativa soprattutto nei territori.
Certo, il fatto che vi sia il referendum non può essere sottovalutato, sia perché tutti saremo impegnati nella campagna del No, sia perché un risultato piuttosto che un altro può cambiare significativamente la situazione politica nel nostro Paese. Ma è altrettanto vero che le ragioni per cui noi diamo vita ad una forza politica della Sinistra Italiana, vanno ben al di là della partita referendaria. Dunque, come è stato detto e deciso, occorre partire subito, dando vita alle due commissioni (politica e statuto) in modo che si abbiano fin da ottobre dei primi testi a disposizione attorno ai quali raccogliere idee, suggerimenti sia da chi ha già aderito a Sinistra italiana, sia da chi non vi ha aderito, ma è interessato a quanto stiamo facendo (vedi Cosmopolitica).

La seconda indicazione che è venuta da tutti gli interventi è che questo congresso – che è un congresso fondativo – deve essere un congresso a tesi e non a mozioni contrapposte. Abbiamo bisogno di discutere nel merito dei problemi, ed un congresso a tesi facilita proprio questo elemento, concentrando l’attenzione più sui contenuti che sui gruppi dirigenti. Viceversa un congresso a documenti contrapposti, oltre a dare fin dall’inizio un’immagine di divisione, come sappiamo, favorisce la personalizzazione, che è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno.

Per tutte queste ragioni penso che la riunione di domenica sia stata una buona riunione  e che – ora – si debba mettere rapidamente in pratica quanto deciso.

Claudio Grassi,
Esecutivo Nazionale Sinistra Italiana,
Responsabile Lavoro e Welfare

 

http://www.claudiograssi.org/wordpress/2016/09/sinistra-italiana-un-pass...

 

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