Di Ciuenlai - Oltre ai bravi, bene bis , superata l’euforia , bisognerebbe anche provare a domandarsi quale dovrebbe essere il futuro del movimento delle sardine, per non buttare via , per l’ennesima volta, tutto questo e imprevisto “ben di Dio”. Anche se , sentendo le dichiarazioni di Mattia Sartori, viene fuori, piano piano, lo scopo e l’obiettivo verso il quale si sta indirizzando l’iniziativa.

Costituire un “gruppo di pressione” sul Pd e l’ex centrosinistra per spingerli ad adottare e sostenere provvedimenti di equità sociale e salvaguardare alcuni basilari valori come l’antifascismo e i principi costituzionali. Una specie di agorà permanente dalla quale attingere consenso, proposte, idee e futura classe dirigente. 

Se questo è il piano, parliamo di un progetto sicuramente affascinante, che però si arena di fronte alla pochezza e all’ormai esaurimento politico dei presunti interlocutori. La cosa , studiata per mettere una toppa al pericolo leghista in Emilia Romagna, è andata oltre le intenzioni di chi l’ha pensata.

E adesso arriva la fase più difficile , quella della gestione del successo. I dati di tutti i sondaggi, quelli pubblici e quelli riservati, dicono che il milione di sardine non ha portato nemmeno una scatoletta di voti in più al Pd e alle altre formazioni della sinistra. Di più; si è scoperto che se decidessero di presentarsi  alle elezioni prosciugherebbero piduini e grillini rendendoli marginali.  E non sarà un ridicolo cambio del nome da Partito democratico a Democratici a cambiare il corso delle cose.

Quella è un’esperienza fallimentare e gran parte della gente che è scesa in piazza non ha nessuna voglia di ridare fiducia ad una classe dirigente che ha portato al tracollo la gloriosa storia della sinistra italiana.

Quindi il problema è sempre lo stesso ricostruire un soggetto politico della sinistra. Le sardine possono essere un nuovo inizio .  Si spera quindi che il movimento si cimenti su obiettivi un po' più pesi del’antisalvinismo e più nobili dell’accesso a twitter per i politici, su obiettivi che mirano, in primo luogo, a cambiare le storture e le strutture di questa società. Perché, se l’intenzione è conservarla , sostituendo solo qualche virgola al copione neoliberista, caro Mattia Sartori, non c’era bisogno di fare tutto questo casino,  bastava e avanzava  il suo amico Prodi.

 

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