di Fosco Taccini

C’è ancora qualcuno che ha dubbi sull’impatto dell’uomo sul clima terrestre? Bene, allora è necessario proseguire nella lettura di questo articolo…

Il nostro pianeta, oggi, è caldo più di quanto non lo sia stato negli ultimi 12mila anni! In questo lunghissimo arco di tempo le temperature hanno continuato a salire senza apprezzabili oscillazioni; in chiaro contrasto, pertanto, con quanto ipotizzato da alcune ricostruzioni precedenti. E questo dato è racchiuso proprio nella ‘memoria’ degli oceani. Infatti, a stabilire su basi scientifiche questo aspetto è uno studio sui fossili marini, eseguito da un team internazionale di ricerca guidato dalla Rutgers University.

I risultati, pubblicati sulla rivista Nature, hanno rivelato la soluzione al cosiddetto “enigma della temperatura dell’Olocene” o “paradosso della temperatura dell’Olocene”.

Comprendere i cambiamenti climatici analizzando il passato è fondamentale per contestualizzare il riscaldamento globale attuale. I ricercatori hanno esaminato i gusci calcarei di piccoli organismi marini (foraminiferi) che hanno ‘memorizzato’ l'andamento storico della temperatura delle acque oceaniche più superficiali, che rispecchia il trend della temperatura globale. Nei gusci fossili è stata rilevata la temperatura degli ultimi due periodi più caldi della Terra, ossia l'ultimo periodo interglaciale (compreso tra 128.000 e 115.000 anni fa) e quello attuale dell'Olocene. I risultati dimostrano, pertanto, che le attuali temperature medie globali annuali sono le più calde degli ultimi 12.000.

Il nuovo studio pubblicato su Nature ha consentito di stabilire che l’aumento delle temperature medie annuali globali verificatosi durante il primo Olocene (12.000-6.500 anni fa) è stata una risposta al ritiro delle calotte glaciali, mentre il continuo aumento delle temperature negli ultimi 6.500 anni è dovuto all’aumento delle concentrazioni di gas serra.

I cambiamenti climatici provocati dall’uomo stanno conducendo progressivamente il mondo in un territorio disseminato di incognite. Una delle poche certezze è che abbiamo il piede sull’acceleratore e stiamo correndo a gran velocità verso una crisi climatica irreversibile.

Inoltre, proprio in questi giorni il Doomsday clock (l’orologio dell’apocalisse) ci ha messi in guardia rivelando che mancano soltanto 100 secondi alla catastrofe globale provocata dall’uomo.

Quindi, appare oltremodo necessario avere una chiara visione del futuro e delle scelte da mettere in campo per non perdere la chance di una rigenerazione del modello di sviluppo favorita dai fondi del Next Generation EU. Un impiego appropriato delle risorse potrebbero diventare efficaci leve di innovazione e di rilancio dei territori. Pertanto, in un prossimo articolo analizzeremo tutti i maggiori aspetti per garantire un futuro migliore e più giusto per tutti.

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