IL REGALO DI NATALE E’ L’INFERNO DI FEBBRAIO?
Di Ciuenlai - L’avevamo già capito, ma adesso, alle prime notizie di raffreddamento del contagio, si rafforzano le impressioni avute prima. La linea degli occidentali è ormai chiara da tempo, ma la ripeto per comodità di tutti. In nome del dio denaro e dell’economia si sacrifica tutto, anche le vite umane “inutili alla produzione” .
In questo quadro le azioni tendono solo a raffreddare la pandemia , mai a contrastarla fino in fondo. E i raffreddamenti , fateci caso, avvengono quando ci sono eventi economici che debbono essere sostenuti. A marzo eravamo vicino alle vacanze, oggi siamo vicini al Natale. Il ciclo economico tiene conto solo di questo.
Possiamo quindi tentare di predire il futuro. I dati ufficiali ci diranno che, la curva, già in rallentamento, tenderà, per effetto dei provvedimenti presi ,a diminuire da qui a due settimane. Poi succederà quello che è successo in estate. Verrà allentata la corda, verrà messa qualche inutile regoletta per un “natale sicuro” (come le vacanze) e a febbraio torneremo ad avere i picchi di ora e la situazione di emergenza di oggi.
Il tutto nella speranza che il vaccino sia vicino alla sua entrata in scena. Intanto la data di utilizzo ogni giorno si allontana. Da fine novembre si è passati a fine dicembre . Adesso si parla di fine gennaio e Trump ha detto che sarà disponibile ad Aprile, per tutti ma non per New York, così imparano. Forse sarebbe ora di smetterla di correre dietro agli annunci. Il vaccino arriverà nei tempi che la scienza reputa necessari alla sua sicurezza ed efficacia.
Nel frattempo bisognerebbe iniziare a combattere la pandemia sul serio e a produrre provvedimenti in grado di giungere al contagio zero. E’ possibile, è stato fatto in altri luoghi, non c’è bisogno di grandi teste pensanti, basta copiare.
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