Di Ciuenlai - La vicenda dell'appoggio di L&U ai candidati Presidenti del Pd di Lombardia e Lazio Gori Zingaretti ha del surreale. Però conferma che l'operazione “scissione”, non era e non è un progetto politico di ricostruzione di un soggetto della sinistra (sinistra, non centrosinistra, sinistra di Governo o altro tipo di moderatismo mascherato), ma un espediente tattico per determinare un cambiamento all'interno del Partito Democratico.

Questo perchè si parte da una convinzione sbagliata, che è il frutto di 25 anni di errori del gruppo dirigente ex Pci, poco prima e dopo la Bolognina. L'obiettivo dunque è Renzi e il cosiddetto Renzismo (concepito non come sistema politico, ma come sistema di potere) . Sconfitto e derubricato il fiorentino si può tornare all'antico e riunificare il Pd. 

E Questo perchè non si riesce e, soprattutto, non si vuole sgombrare il campo da un gigantesco equivoco di partenza. Renzi non è la causa ma l'effetto di un tremendo sbaglio strategico, che si chiama Partito Democratico, un soggetto moderato e centrale, che non si sogna minimamente di praticare l'alternativa al liberismo. Al massimo, cerca di mitigarlo, riuscendosi malissimo, come si è visto nell'azione di Governo dei vari Prodi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. Proporre l'appoggio ai due candidati Pd di Lazio e Lombardia fa parte di questa concezione politica. Ed è è pure una contraddizione in termini. Perchè se si appoggiano i due Governatori, bisogna, per coerenza, anche riconsiderare la propria posizione a carattere nazionale e aprire una trattativa per entrare nella coalizione renziana di destracentrofintasinistra. La vedo dura sui banchetti di Liberi e Uguali, chiedere il voto per i candidati Presidenti del Pd la mattina e sparare a zero sui democratici per strappargli consensi per le politiche al pomeriggio. Ridicolo vero!

Non è una caso che tutti i sondaggi segnalano una regressione del partito di Grasso. Regressione che se continua questa ambiguità sarà sempre più marcata. L'ambiguità non paga. Chi sta a sinistra chiede discontinuità col passato e soprattutto un progetto di società nuova e alternativa a quella del precariato, della fine del welfare, del dominio dei ricchi e delle guerre tra i poveri. Altro che Centrosinistra. Chiede di imparare da due socialdemocratici come Corbyn e Sanders. E in questo scenario il Pd è un avversario non un alleato.

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