di Stefano Vinti 

La povertà è senza dubbio il prodotto del definanziamento dei servizi pubblici, praticato dal centrodestra e dal centrosinistra a tutti i livelli, dal governo nazionale, dalle giunte regionali e comunali, ecc.

La povertà, in particolare, è stata prodotta dalla bassa spesa procapite per le cure sanitarie nel pubblico.
La politica economica dell'austerita' ha determinato da un lato, la riduzione dell'assistenza ospedaliera e dall'altro, la ancor più drastica riduzione della medicina del territorio, con l'unico obiettivo di fare cassa, anche a discapito della salute dei cittadini.
Il tasso di assistenza sanitaria integrata è del 715 al Nord, di 636 al Centro e del 487 al Sud(Fonte Svimez).
Il Meridione è sempre terribilmente penalizzato e con una spesa sanitaria del 2022 che sarà in termini assoluti inferiore a quella prepandemia del 2019.
Considerando che anche il Pnrr non destina cifre da capogiro al settore più strategico nel tempo delle pandemie globali, non c'è da attendere importanti cambiamenti. Purtroppo.
Occorre una svolta politica e sociale, che rimetta la persona al centro dell'iniziativa istituzionale, con un massiccio investimento sulla sanità pubblica.

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