di Vito Nocera.

Tra le tante, anche importanti, notizie di giornata la piu' importante, per me ma in fondo credo anche per il Paese, per il suo costume e la sua storia, e' la notizia triste della morte di Pietro Anastasi.
Pietruzzo, il nostro "Pele' bianco", come con qualche esagerazione lo definì qualcuno. Anastasi oltre che un calciatore importante, tecnico, rapido, grande capacita' nel dribbling e nel tiro a rete, divenne, lui che veniva da Catania, il simbolo dei meridionali che in quegli anni emigravano al Nord.
Non era l'unico meridionale a giocare con la Juventus (c'era Causio, c'era Cuccureddu e forse qualche altro che mi sfugge).
E anche in altre squadre del nord giocavano ragazzi arrivati dal Sud.
Ma Pietruzzo era diverso, scuro, grandi sopracciglia, piuttosto piccolo. E poi era un grande campione. Un centravanti di manovra, come si chiamava allora il contemporaneo falso nove.
La Fiat e Agnelli vollero adottarlo. Erano anni di grandi lotte operaie e Anastasi divenne un po' il simbolo di quel mondo.
Operai di linea (il cosiddetto operaio - massa) che, privi di istruzione, esperienza, competenza, divennero i protagonisti del conflitto sociale piu' intenso e dirompente che l'Italia democratica ricordi.
La Fiat stava su due fronti. Dava lavoro ed era la controparte maggiore delle lotte.
Anastasi fu sempre semplice e modesto, anche un po' sfortunato.
Segno' un gol fantastico nella finale europea vinta nel '68 ma alla vigilia dei mondiali del '70 si infortuno' e dovette lasciare il posto a Boninsegna.
E allo stesso Boninsegna lascio', un po' di anni dopo, il suo posto nell'attacco bianconero.
Declino' troppo presto Pietruzzo, il suo calcio era fatto di estro, rapidita' e istinto. Niente calcoli. Aveva giocato nel Varese, dove era esploso a grandi livelli, e da quelle parti resto'a vivere. Quasi fosse davvero un emigrato povero. E lì e' morto ieri troppo presto.
Grande calciatore, uomo semplice. Un simbolo suo malgrado fino alla fine.
Se ne va proprio mentre quella classe operaia, con cui era stato identificato, anch'essa e' - come soggetto collettivo - frammentata e polverizzata.

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