di Giuseppe Mattioli.

La Perugina si difende concretamente sostenendo un piano industriale completamente diverso da quello in vigore e che ha portato a questa situazione. In questi giorni tutti dichiarano la propria disponibilità e solidarietà ai lavoratori, ma i fatti non cambiamo. Dopo circa quattro mesi dall'inizio della vertenza ambedue le parti sono ferme sulle stesse posizioni: e i 365 esuberi restano sul tavolo.

Comprendiamo, anche se non lo condividiamo, l’operato della Nestlè, che pensa esclusivamente agli utili per gli azionisti, ma molto meno quello sindacale.

La difesa ostinata di un accordo, che non corrisponde più alla realtà produttiva dell’azienda, rischia di vanificare ogni sacrificio che i lavoratori stanno compiendo.

Occorre contrattare un nuovo accordo, che permetta un rilancio dello stabilimento, con investimenti in nuovi marchi : serve cioè l’allargamento della base produttiva.

Questa è una linea industriale completamente alternativa a quella che la Nestlè sta attuando da parecchi anni, quella cioè di arrivare ad una azienda con poco personale, pochi prodotti, molto redditizia ed efficiente.

L’altra potrebbe invece garantire un futuro alla Perugina.

Ci domandiamo, allora, perché non viene sostenuta una linea sindacale adeguata allo scontro in atto: in ballo, oltre l’occupazione attuale, c’è l’esistenza futura della Perugina.

Noi valutiamo che in mancanza di una lotta dura, senza reticenze, non si otterranno risultati positivi.

Altrimenti le dichiarazioni collettive di amore verso questa azienda non sposteranno di un millimetro il rapporto e il confronto con la Nestlè.

Purtroppo non riscontriamo, ne da parte delle Istituzioni, ne fra le forze politiche, ne fra le varie associazioni, prese di posizione, di incoraggiamento e di proposte concrete per questa linea politica.

Riteniamo che le divergenze con questa proprietà siano prima di tutto culturali, poi politiche, sociali ed economiche: bisogna opporsi ad una concezione mercantile di questa multinazionale.

Altrimenti, fra qualche giorno, parleremo solo di ammortizzatori sociali: ma la fabbrica diverrà molto più piccola.

 

 

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