di Renzo Massarelli

 

PERUGIA - Finalmente abbandonano il posto che hanno occupato per ben cinque anni. Poi torneranno, probabilmente, ma non è detto. Intanto saranno di meno, non molto di meno, ma di meno, esattamente 32 invece che quaranta. Questi cinque anni li hanno passati a discutere cose la cui eco ha attraversato con molta fatica la spesse mura di Palazzo dei Priori. Confessiamo l'ignoranza o semplicemente la carenza di memoria, ma è davvero difficile ricordare discussioni memorabili e decisioni che lasceranno il segno nella storia della città. Adesso, come elettori, siamo chiamati a  fare una scelta se decidiamo, beninteso, di rinunciare a una bella gita al mare alla fine di maggio e, quindi, di andare a votare. Speriamo sia una giornata con molte nuvole e magari con qualche goccia di pioggia. Il maltempo aiuta la concentrazione e allontana le tentazioni più allettanti. E' forse con questo sentimento che andremo a votare, nonostante tutto.

In città c'è una sorta di disincanto e quindi molta incertezza. La formazione delle liste, almeno nelle coalizioni tradizionali, non è una storia molto interessante. Se si volesse seguirla e cercare di capirci qualcosa scopriremmo aspetti poco edificanti del costume politico dei tempi nostri, non solo a Perugia, certo. E' difficile per un normale cittadino soltanto immaginare perché brucino così tante energie e non trascurabili risorse economiche per stare in un posto dove si decide, in fondo, così poco, soprattutto da quando tutto il potere è nelle mani del sindaco e dei suoi collaboratori di giunta. Non è in discussione il loro impegno, la loro, diciamo, buona volontà, avranno dato una mano, di sicuro, ma per approvare il regolamento della Ztl ci hanno messo il tempo dell'intera legislatura e poi ricordare le discussioni sui rimborsi della benzina per andare da casa a Palazzo dei Priori non è molto confortante e non rappresenta uno di quegli argomenti che avvicinano i cittadini alla politica.

Dunque, le porte del consiglio comunale, dove persino l'acustica è pessima e non incoraggia la presenza dei cittadini, resteranno chiuse per un paio di mesi. Pausa pranzo. In genere, una parte non trascurabile dell'elettorato della destra non vota alle elezioni locali perché ritiene che la partita sia perduta in partenza. Questa volta le cose stanno in modo un po' diverso. Non tanto perché sia cresciuta, all'interno di una coalizione che non ha mai vinto, la capacità di motivare il proprio elettorato e magari di farlo crescere ancora quanto perché l'offerta politica si è allargata a forze e movimenti politici nuovi non tutti destinati, forse, a giocare nelle zone marginali del campo. La partita, quindi, è aperta per la prima volta nella storia di questa città. Staremo a vedere, ma la novità non sta soltanto nella possibilità più ampia di scegliere le forze in campo dove c'è un favorito ma non un vincente designato dagli dei. Il fatto è che questa è stata una tornata amministrativa nel corso della quale la sinistra che governa ha dovuto rincorrere molte emergenze e muoversi, quindi, quasi sempre sulla difensiva. Ce l'hanno fatta quelli della maggioranza a recuperare terreno e a superare gli ostacoli che hanno incontrato nel loro cammino per così tanto tempo? Si deve ammettere che negli ultimi tempi ci hanno provato, che ci siano riusciti potremo saperlo soltanto il 25 maggio, la domenica che seguirà la Pasqua che, com'è noto, è la festa della resurrezione.

Certo, la seduta del consiglio comunale che si è chiusa, prima della pausa pranzo, con un ordine del giorno dove si chiede alla Giunta comunale di concedere ai locali del centro il permesso di organizzare serate danzanti alzando, se necessario, il livello del rumore consentito dal piano comunale non è stata una grande idea. Abbiamo un sacco di problemi da risolvere e questi, arrivati alla fine della corsa, si preoccupano del liscio o, chissà, del rock and roll e dei decibel liberi.

Poi c'è stata la questione del cinema Turreno che diventerà, pare, una paninoteca e un parcheggio. I panini saranno spagnoli, i parcheggi perugini doc. Beh, siamo daccapo e chiudiamo così come avevamo aperto questi cinque anni decisamente difficili. Con un cinema in meno e qualche locale notturno in più. Il solito catalogo.

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