di Arm.Alle.

 

PERUGIA - Dalla tentata mediazione del Cavaliere alla rottura tra “falchi e colombe” il passaggio è breve. Così com’è stato breve il lasso di tempo che va dall’ultimo congresso nazionale del Pdl fino alla nascita del gruppo politico regionale “Nuovo Centrodestra” presentato ieri a Perugia. Per chiarirci le idee abbiamo raggiunto Massimo Monni, che ha contribuito alla nascita del nuovo gruppo, e gli abbiamo fatto qualche domanda.

Da dove nasce l’idea della formazione di un nuovo gruppo politico regionale?

Il giorno prima del congresso nazionale del Pdl, Berlusconi e Quagliarella avevano fatto un documento comune, firmato da entrambi, nel quale si diceva che c’era il sostegno al Governo a prescindere dalla decadenza o meno del presidente Berlusconi e la gestione del Partito in modo paritaria tra “falchi e colombe”. Dopo due ore e mezza, il presidente Berlusconi, molto provato e dispiaciuto, ha comunicato che questo documento non era passato perché i “falchi” non lo volevano e dunque è stato gioco forza che non si poteva andare al congresso nazionale in questo modo e quindi si è deciso di fare una scelta diversa.

Di sostenere il governo quindi…

Si, rimanere nel centro destra, sostegno al governo a prescindere, perché l’Italia in questo momento non può sopportare di andare avanti senza un Governo perché sarebbe preda di speculazioni e di gente che non compra più titoli di stato e dunque si sarebbero messi a rischio anche gli stipendi dei dipendenti pubblici.

Da qui l’idea di ripartire con un nuovo progetto?

Ripartire con un progetto, un nuovo percorso. Sono convinto che ci sarà da parte di molti, che non sono stati presenti oggi, (ieri ndr) nel tempo la ricongiunzione con noi perché con questo continua l’esperienza del Pdl.

In che senso?

Il Pdl era con diverse esperienze, dalla destra moderata, all’area cattolica, all’area riformista e ritornare in Forza Italia avrebbe significato restringere i paletti politici. Noi pensiamo in un centro destra che è quello del modello del pentapartito della prima Repubblica e che dunque va dall’area cattolica alla area liberal riformista. E questi sono i contenuti del Nuovo Centrodestra.

C’è stata già qualche adesione al nuovo progetto?

Sabato prossimo è programmata a Roma una convention con tutti i parlamentari e i consiglieri regionali che hanno aderito a questo progetto politico. Con grande soddisfazione, tra le altre adesioni, abbiamo accolto quella del sindaco di Assisi Claudio Ricci. Ovviamente i nostri interlocutori saranno all'interno del centro destra con i quali stiamo già condividendo e continueremo a farlo esperienze amministrative di vario livello.

Manca ancora il simbolo, significa che la separazione non era programmata?

Come detto, manca ancora un simbolo al gruppo, e ciò significa che la scissione o la divisione non era stata programmata. Abbiamo giocato fino alla fine una partita per stare tutti insieme. Il nome è stato dato alla fine, “Nuovo centrodestra”, proprio per non essere fraintesi e il simbolo va fatto e non so ancora se andremo da qui a maggio, quando si vota, con un nuovo nome. Al momento stiamo lavorando con grande entusiasmo. Questa nuova avventura ha ridato linfa allo spirito di fare politica.

Uno sguardo alle amministrative. C’è già un nome di un candidato?

Al momento nessun nome è stato fatto, ci stiamo lavorando su e quanto prima verrà reso noto per dargli la possibilità e il tempo di lavorare in piena serenità e tranquillità. L'obiettivo principale rimane quello di vincere insieme le prossime elezioni regionale del 2015

 

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