da La classe operaia va in paradiso

Morirono inutilmente milioni di contadini, di povera gente, di innocenti sacrificati sull'altare del nazionalismo xenofobo, della follia della guerra, delle ambizioni degli apprendisti stregoni che aprirono la strada alla successiva puntata del mattatoio europeo nel Novecento: la seconda guerra mondiale.

Sono stati carne da cannone, usati e massacrati sull’altare delle piccole patrie e degli opposti imperialismi.
1 milione 240 mila morti, fra militari e civili, in Italia.
32 milioni in Europa.

La prima guerra mondiale fu per l'Italia un immenso dramma, una carneficina, un massacro inferto alla parte più indifesa della popolazione: in gran parte i contadini, mandati al macello per soddisfare le bramosie nazionaliste di leadership incapaci e inette, ambiziose, solo assetate di un po' di potere.

Gli occhi e i corpi straziati di gente analfabeta e poverissima inviata al fronte, sepolta in una trincea, comandata in maniera demenziale dalla retorica patriottica di ufficiali incapaci e alcolizzati, graduati per censo e per diritto ereditario, senza umanità né alcuna dote militare.

Nella scorsa legislatura una proposta di legge proponeva di riabilitare più di mille disertori della prima guerra mondiale che vennero fucilati. Non vollero partecipare per paura, per convinzione, perché contrari alle armi. Anche quello era coraggio: rischiare la morte per non partecipare alla guerra. Quella proposta di legge è stata bloccata: dalle gerarchie militari, dal governo di Renzi, dalla Lega e dalle destre.

Tra i generali pusillanimi e plurudecorati che mandarano a morire i contadini (e soldati) a Caporetto e in tante altre folli battaglie e assalti sull'Isonzo e sul Carso e i contadini che furono obbligati a farsi massacrare nei campi di battaglia e i disertori che tentarono di sottrarsi all'"inutile strage" non abbiamo dubbi.

Stiamo con questi ultimi, sempre.

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