di Paolo Ciofi.

Altri morti sul lavoro. Una strage senza fine nel silenzio assordante della politica. Non si accorge, questa politica, che i morti uccisi dal lavoro e i morti affogati in mare sono tutti vittime, gli uni come gli altri, di un unico sistema economico-sociale. Si chiama capitalismo: il capitalismo del XXI secolo, che distrugge congiuntamente gli esseri umani e l’ambiente naturale, mettendo a rischio l’esistenza stessa del pianeta.

Gli esseri umani contro la natura e la natura contro gli esseri umani, i lavoratori e gli sfruttati in lotta tra loro, donne e uomini in competizione permanente per il lavoro e per la vita. È questo sistema che va superato, lottando per un civiltà più avanzata che assuma come finalità non il capitale e il massimo profitto. Ma il lavoro e il benessere degli esseri umani e di tutti i viventi, ponendo fine allo sfruttamento senza limiti delle persone e dei beni naturali.

Un’utopia campata in aria, un sogno irraggiungibile? No, se si ricostruisce una cultura critica dell’esistente. No, se si ragiona sulle cause effettive di questo stato delle cose. Assumendo come guida per l’azione i principi fondamentali e i diritti inscritti nella nostra Costituzione. E quindi, se si organizza una lotta democratica di massa per la loro attuazione. Prima che sia troppo tardi.

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