La folla di San Giovanni, sabato scorso, ha rinvigorito chi sostiene da mesi la necessità di un unico partito, o soggetto politico come preferiscono chiamarlo in molti, che tenga insieme dai comunisti alla sinistra Pd, passando per Sel e Fiom, e che rappresenterebbe l’unica alternativa a sinistra al Partito della Nazione renziana. Il punto è: soggetto politico va bene, ma quando, come e con chi? Il Garantista lo ha chiesto a Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sinistra ecologia e libertà.

Fratoianni, dopo il 25 ottobre si avverte un desiderio di accelerazione per un soggetto politico nuovo a sinistra

Nella piazza di sabato è evidente che ci fosse una domanda politica oltre che sociale, una domanda di un soggetto in grado di dare rappresentanza, cosa che quella piazza non trova nel Governo.

Nell’epoca di ”Re Renzi” che margini avrebbe un soggetto a sinistra del Pd?

Penso a un soggetto che diventi necessario di fronte a un governo che restringe i diritti e vuole imporre ricette che si sono già dimostrate fallimentari negli ultimi decenni.

Qual è la road map per arrivare ad una nuova forza di rappresentanza?

Possiamo provare a trovare una convergenza comune a partire dal Parlamento. Tra un po’ arriva in aula il Jobs Act, poi la manovra finanziaria, ci sarà un voto di fiducia sullo sblocca italia.

Sel si farebbe da parte per un nuovo soggetto?

Credo sia urgente e necessario porsi il problema di dare una rappresentanza al movimento sociale che riempiva la piazza di sabato, e con la stessa nettezza dico che Sinistra ecologia e libertà è a disposizione per creare un soggetto politico più ampio.

Inutile girarci attorno, a sinistra del Pd in tanti si chiedono che intenzioni hanno i dissidenti dem. Escono o non escono?

Non voglio tirare per la giacchetta nessuno per convincerlo che c’è bisogno di definire un fronte comune. Non devo dire a nessuno cosa deve fare. Ma serve costruire una convergenza per decidere insieme.

Voi di Sel avete una libertà di movimento che la sinistra dem non ha nel partito.

Diversi esponenti del Pd, a cominciare da Civati e Fassina già da tempo assumono un atteggiamento di aperta contrarietà a certe misure. Poi è chiaro che noi abbiamo più libertà in questo senso, siamo all’opposizione.

Ma l’obiettivo finale è o no creare un unico soggetto anche con loro?

Penso che questo tema sia all’ordine del giorno, visto che del resto, dal governo arrivano ricette fallimentari.

A Renzi, però, va dato atto di essere stato il primo premier a parlare di ”estensione dei diritti ai precari”.

Renzi non è il primo. Da Ichino in poi è una tesi trita e ritrita, quella secondo cui per dare più diritti da una parte bisogni toglierne da un’altra. Ma del resto se Maria Elena Boschi sostiene che preferisce Fanfani a Berlinguer, è chiara la direzione.

Landini, intanto, non ne vuol sapere di lasciare il sindacato per fare il leader politico.

Landini è un punto di riferimento per la sinistra italiana. Senza lo straordinario lavoro della Fiom di questi anni probabilmente non ci sarebbe stata neanche la piazza del 25 ottobre. Fa bene a rivestire la centralità di quel ruolo, dato che il processo deve essere sia sociale che politico, e se un giorno decidesse di indossare un’altra vesta rispetto a quella attuale, sarebbe il benvenuto.

Dai Giovani comunisti alla Lista Tsipras, tutti vogliono costruire questo soggetto unitario. Ma come evitare gli errori del passato?  Nella stessa lista per le europee non è che sia andato proprio tutto liscio.Non è andato liscio niente.

 Allora con chi e come costruire questo soggetto?

”Con chi” con chi ci sta, ”come” senza settarismi, senza schematismi, capaci di misurarsi con i problemi, rifiutando un ruolo di mera testimonianza. E’ un processo complicato ma necessario.

Della Leopolda, invece, non salva nulla?

Il modello di discussione della Leopolda, basato sul confronto di istanze diverse, è positivo. E del resto Renzi non si è inventato nulla, noi stessi lo abbiamo importato in Italia anni fa con Vendola in Puglia e con le Fabbriche di Nichi. Quello che non ci convince sono gli elementi di merito, questa idea di modernità e rinnovamento, per cui tutti quelli che la pensano diversamente sono gufi, palude…

Gente che non sa usare uno smartphone…

La battuta dell’iPhone con i gettoni è carina per qualche minuto, ma poi bisogna confrontarsi seriamente sulla politica. Renzi parla sempre di innovazione. Allora lo sfidiamo: invece di qualche centinaia di migliaia di euro, inserisca nella legge di stabilità 5 miliardi di investimenti per formazione, scuola, ricerca. Questo è il vero nucleo di innovazione che serve per uscire dalla crisi.

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