Di Ciuenlai - Adesso viene il bello. I renziani cominciano a sospettare se non a capire che è iniziata una nuova storia. Il Governo fotocopia, corregge l'originale. Si è iniziato con gli immigrati e, dice, si proseguirà con i voucher. Altro segnale; il piano ambientale di De Luca, il più renziano dei renziani, viene bocciato da Ministero. E non è tutto, il “non mi impiccio di legge elettorale” sa tanto di una scusa tesa a dilatare i tempi di quando si andrà a votare. Il duo Mattarella – Franceschini ha il gioco in mano. A tutti era parso che Gentiloni fosse stato nominato da Renzi e subito da Mattarella. Ma le cronache romane danno una versione inversa dei fatti. Capito che Mattarella avrebbe nominato Gentiloni, il “Fuffo” avrebbe organizzato la sceneggiata delle consultazioni parallele per far credere a tutti che era lui a dare le carte. Non so se sia vero, ma il racconto fa rima con il personaggio. E che qualcosa non va lo si è capito con le immediate dichiarazioni contro la linea Minniti sui Centri di Accoglienza di alcuni fedelissimi dell'ex Premier. Ma la regina di tutte le battaglie si svolgerà attorno alla legge elettorale. Il Governo la lascia al Parlamento. Come dire “non c'è urgenza”. Renzi vuole l'accordo entro un mese contando sulla fretta della Lega e dei grillini che, però, dopo le disavventure romane hanno un po' messo da parte lo slogan “al voto, al voto”. Tutto il resto , maggioranza del Pd compresa, predica calma. Difficile pensare che si voti a primavera e non è detto che ci si riesca ad autunno. La fine legislatura comincia ad essere la più gettonata . Per di più, anche in caso di accordo, bisognerà sfiduciare il Governo perchè Gentiloni è stato chiaro “l'esecutivo dura fino a quando ha la fiducia del Parlamento”. E qui la “veggo” dura. Andare alle elezioni avendo mandato a caso il Governo del Pd, suonerebbe male agli occhi dell'opinione pubblica. Il punto è che fuori da Palazzo Chigi Renzi sta mostrando tutti i suoi grandi limiti. Senza pentole senza tappeti è dura vendere l'aria fritta.

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